“Le autonomie territoriali e locali e la potestà legislativa regionale sono elementi costitutivi delle politiche nazionali ed europee.
L’autonomia, quale uno dei principi fondamentali della Costituzione, non è, negoziabile e la specialità rappresenta un’applicazione avanzata di quelle motivazioni, secondo standard europei.
Lo stesso superamento del bicameralismo paritario e perfetto, emerso in Italia da tempo nelle diverse sedi istituzionali, costituisce uno degli elementi di convergenza e di continuità nella valorizzazione delle autonomie territoriali”
Lo ha affermato il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, a Roma alla Camera dei deputati all’incontro su “Il futuro delle Regioni a Statuto Speciale alla luce della riforma costituzionale. Al seminario, organizzato dalla Commissione bicamerale per le questioni regionali, presieduta da Gianpiero D’Alia, sono intervenuti anche il direttore dell’Issirfa, l’Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie, Stelio Mangiameli, il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, il presidente emerito della Corte costituzionale, Gaetano Silvestri, e il sottosegretario per gli affari regionali e le autonomie, Gianclaudio Bressa, oltre ai presidenti delle Regioni a statuto speciale e delle Assemblee regionali e dei Consigli delle Province autonome.
“Il ruolo attivo delle Regioni - ha continuato Ardizzone - è confermato dalla composizione del nuovo Senato, i cui componenti saranno rappresentativi delle istituzioni territoriali. E tra le altre funzioni attribuite al Senato assume particolare importanza quella di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l’Unione europea. Atteso che per le Regioni a statuto speciale è stata introdotta una forma di salvaguardia, adesso spetta a noi, organi rappresentativi di tali Regioni, avviare un percorso condiviso di revisione delle nostre “carte” di autonomia”.
Nel suo intervento, il presidente dell’Ars ha auspicato che il seminario chiarisca alcuni dubbi per procedere così all’attualizzazione dello Statuto siciliano, che, ha ricordato, quest’anno compirà settanta anni e ha anticipato la stessa Carta costituzionale.
“La revisione dello statuto - ha proseguito ancora Ardizzone - potrebbe essere l’occasione per procedere a un aggiornamento dello stesso, introducendo, tra l’altro, l’ente città metropolitana, per allinearsi al contesto istituzionale vigente nel resto del paese in tema di ordinamento degli enti locali. Risulta ormai pacifico, infatti, il ruolo della città metropolitana anche nel contesto europeo, in considerazione della strategia Europa 2020, che intende valorizzare tale modello per rafforzare la competitività e lo sviluppo dei territori mediante la modernizzazione dei servizi urbani e del contesto insediativo, produttivo e infrastrutturale. E’ una sfida - ha concluso - che il Parlamento siciliano non mancherà di cogliere, dando avvio al processo di riforma delineato dal Costituente”.
L’autonomia, quale uno dei principi fondamentali della Costituzione, non è, negoziabile e la specialità rappresenta un’applicazione avanzata di quelle motivazioni, secondo standard europei.
Lo stesso superamento del bicameralismo paritario e perfetto, emerso in Italia da tempo nelle diverse sedi istituzionali, costituisce uno degli elementi di convergenza e di continuità nella valorizzazione delle autonomie territoriali”
Lo ha affermato il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, a Roma alla Camera dei deputati all’incontro su “Il futuro delle Regioni a Statuto Speciale alla luce della riforma costituzionale. Al seminario, organizzato dalla Commissione bicamerale per le questioni regionali, presieduta da Gianpiero D’Alia, sono intervenuti anche il direttore dell’Issirfa, l’Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie, Stelio Mangiameli, il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, il presidente emerito della Corte costituzionale, Gaetano Silvestri, e il sottosegretario per gli affari regionali e le autonomie, Gianclaudio Bressa, oltre ai presidenti delle Regioni a statuto speciale e delle Assemblee regionali e dei Consigli delle Province autonome.
“Il ruolo attivo delle Regioni - ha continuato Ardizzone - è confermato dalla composizione del nuovo Senato, i cui componenti saranno rappresentativi delle istituzioni territoriali. E tra le altre funzioni attribuite al Senato assume particolare importanza quella di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l’Unione europea. Atteso che per le Regioni a statuto speciale è stata introdotta una forma di salvaguardia, adesso spetta a noi, organi rappresentativi di tali Regioni, avviare un percorso condiviso di revisione delle nostre “carte” di autonomia”.
Nel suo intervento, il presidente dell’Ars ha auspicato che il seminario chiarisca alcuni dubbi per procedere così all’attualizzazione dello Statuto siciliano, che, ha ricordato, quest’anno compirà settanta anni e ha anticipato la stessa Carta costituzionale.
“La revisione dello statuto - ha proseguito ancora Ardizzone - potrebbe essere l’occasione per procedere a un aggiornamento dello stesso, introducendo, tra l’altro, l’ente città metropolitana, per allinearsi al contesto istituzionale vigente nel resto del paese in tema di ordinamento degli enti locali. Risulta ormai pacifico, infatti, il ruolo della città metropolitana anche nel contesto europeo, in considerazione della strategia Europa 2020, che intende valorizzare tale modello per rafforzare la competitività e lo sviluppo dei territori mediante la modernizzazione dei servizi urbani e del contesto insediativo, produttivo e infrastrutturale. E’ una sfida - ha concluso - che il Parlamento siciliano non mancherà di cogliere, dando avvio al processo di riforma delineato dal Costituente”.
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