"Non si può più assistere a una regione che spreca milioni di euro di fondi per incapacità manifesta. Serve una nuova Sicilia, una moderna macchina burocratica basata sulla meritocrazia, con dirigenti bravi e innovativi. L'ultimo scandalo, quello che riguarda i 51 milioni di euro per i beni culturali che, per colpa dei progetti sbagliati, rimarranno nel cassetto dell'Europa, la dice lunga su una regione da rottamare". Lo dice Fabrizio Ferrandelli (Pd) che analizza, in un suo intervento sul blog del movimento dei Coraggiosi (www.icoraggiosi.org), la situazione siciliana relativa alla programmazione europea.
“Che la programmazione 2000-2006 abbia avuto problemi - scrive - era cosa risaputa e non solo per la decisione della Commissione Europea di tagliare 367 milioni di euro della dotazione FSE 2000/2006 della Sicilia. Ora, è piuttosto urgente, utile e responsabile concentrarsi sul rischio che corre quella successiva del periodo 2007-2013, perché il governo Crocetta non è riuscito ad impegnare una somma pari a 600 milioni di euro, entro il 31 dicembre 2015. Somma due volte superiore a quella precedente, che rischia di determinare una nuova restituzione delle risorse comunitarie non spese per gli interventi previsti dal FESR".
“Che la programmazione 2000-2006 abbia avuto problemi - scrive - era cosa risaputa e non solo per la decisione della Commissione Europea di tagliare 367 milioni di euro della dotazione FSE 2000/2006 della Sicilia. Ora, è piuttosto urgente, utile e responsabile concentrarsi sul rischio che corre quella successiva del periodo 2007-2013, perché il governo Crocetta non è riuscito ad impegnare una somma pari a 600 milioni di euro, entro il 31 dicembre 2015. Somma due volte superiore a quella precedente, che rischia di determinare una nuova restituzione delle risorse comunitarie non spese per gli interventi previsti dal FESR".
"I dati ufficiali del Ministero dell’Economia - continua Ferrandelli - dimostrano che la Sicilia è sempre ultima con una attuazione finanziaria pari al 68,3%, addirittura a cinque punti dalla penultima regione, la Calabria, che registra un'attuazione finanziaria al 73%. Inoltre, le rilevazioni del Dipartimento per la Coesione Economica, che fa da cabina di regia dei programmi nazionali e regionali realizzati con i fondi comunitari, dimostrano come la Sicilia sia molto lontana dagli obiettivi di spesa fissati per la fine della programmazione, con una spesa certificata appena superiore al 50%". "La nostra regione - aggiunge - non è mai riuscita a qualificare una propria best practice. Il confronto non è impietoso solo con la Lombardia, ma anche con altre regioni del sud, per le quali la Commissione Europea stanzia un numero di risorse maggiori. Persino la Puglia è riuscita a fare bene con una realizzazione finanziaria pari a quasi il 90%.
Infine, occorre ricordare che è già partita la programmazione 2014-2020 con una dotazione finanziaria di quasi 5 miliardi in totale".
"Se non si fanno scelte strategiche e nel breve termine, - conclude Ferrandelli - rischiamo di perpetrare gli errori del passato con la corsa all’impegno dell’ultimo minuto per evitare la tagliola dell’Unione Europea, privi di una logica complessiva e di sistema, con danni ancora più gravi che nel passato. Non è sufficiente reclutare neo laureati, servono dirigenti preparati e capaci di innovare. Abbiamo direttori generali siciliani che stanno facendo cose ottime in altre regioni. Occorre richiamare i nostri siciliani che si sono distinti fuori ed ammodernare un sistema che non può andare avanti con provvedimenti a pioggia o con leggi mancia. Superiamo il vecchio “nemo profeta in patria” favorendo un principio di meritocrazia e senso delle istituzioni per migliorare la nostra macchina amministrativa e renderla più efficiente per i cittadini e per l’intero sistema produttivo della nostra Regione”.
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