UN’ESPERIENZA PIENA DI VERVE E DI PROSPETTIVE QUELLA FATTA DAGLI 11 ALLIEVI DEL WORKSHOP CON GIUSEPPE CELESIA SUL SET DEL CORTO “OBLIO”


Un’esperienza unica, resa tale non solo dalla possibilità di imparare cose nuove ma anche dalla grande umanità e dall’umiltà che ha contraddistinto coloro che lo hanno promosso. È il sentire comune degli 11 allievi che hanno preso parte al workshop sul set di un cortometraggio, organizzato dall’associazione “Teatro e Vita” di Giuseppe Celesia in collaborazione con la “Mediterranea Production” di Salvo Alicata.
Una giornata di teoria, tanto quanto basta per mettere a fuoco le basi di discipline come la recitazione, la direzione della fotografia e la regia, poi i restanti quattro giorni tutti sul campo, a vivere direttamente cosa vuol dire stare su un set. Che nel caso specifico era di “Oblio”, corto che affronta il tema dei bambini dimenticati in auto. Un’idea venuta al regista e attore, Giuseppe Celesia, partendo dal dato che ci dice che nel mondo, negli ultimi 20 anni, sono stati circa 600 i bambini (quasi sempre al di sotto dei 5 anni) morti per disidratazione o ipertermia perché dimenticati in macchina sotto al sole. In scena attori professionisti come lo stesso Celesia ed Elena Pistillo (i due genitori delle piccola dimenticata in auto), Francesco Italia (l’avvocato), Ferdinando Gattuccio (un cliente poco affidabile), Manuela Donzelli (la psicologa). Tra i più giovani, in scena: Rebecca Celesia (la bimba dimenticata in auto) e Alessandro Alicata (il ragazzino che si accorge della piccola). Sarà, però, tutta immaginazione della madre, donna in carriera che, presa dai mille impegni di lavoro, avendo un’amica che ha vissuto questa devastante esperienza, crede di incapparci anche lei, pensando di avere abbandonato la piccola mentre va al lavoro. Una produzione che affronta un tema estremamente delicato, cercando di escludere giudizi o condanne ma portando a far riflettere sul fatto che a chiunque accadere di amnesia dissociativa possono accadere a chiunque. Forse, però, con qualche accorgimento è possibile scongiurare tutto ciò. «Un’esperienza veramente bella - afferma il regista - prima di tutto perché i ragazzi hanno subito capito lo spirito del workshop. Sapevano molto bene quello che volevano e hanno subito fatto gruppo, dimostrando di volere imparare veramente. Spero che questa settimana sia stata per loro proficua sotto tutti i punti di vista». A condividere l’atmosfera in aula e nelle diverse zone della città dove si è svolto il set, anche il direttore della fotografia. «Non è così scontata una partecipazione del genere - aggiunge Sergio Fiorito, che in questa avventura è stato affiancato dal valente operatore di ripresa, Gabriele Gumina - soprattutto se consideriamo che, a parte qualcuno con qualche esperienza alle spalle, gli allievi erano tutto molto giovani. E’ stato faticoso perché c’era caldo ma anche perché le scene si sono svolte in diverse zone della città e, doverle girare anche più volte, ci ha creato problemi con la luce. Alla fine, però, credo che il lavoro portato a casa sia veramente buono». Ora si dovrà lavorare al montaggio e al doppiaggio - dando ancora più valore al lavoro fatto dalla scenografa Claudia Fiore, dalla truccatrice Francesca Fiore e alla segretaria di edizione Chiara Dragotta - quindi “Oblio” sarà pronto a viaggiare alla volta dei più importanti festival nazionali e internazionali. «Mi sono veramente divertita ma ho anche imparato tanto – dice Maria Ansaldi, tra le allieve del corso di recitazione – perché, da grande maestro qual è Giuseppe Celesia mi ha fatto notare le differenze tra comunicazione in teatro e al cinema, come anche la microespressività che in teatro marcavo moltissimo. Ha saputo trasferirmi la passione per quello che fa. Tutto molto bello anche perché, nonostante fossi allieva del corso di recitazione, gli altri insegnanti ci hanno regalato tante lezioni anche su come deve essere un’inquadratura e su come ci si deve porre davanti alla macchina». «Mi aspettavo quello che alla fine si è palesato - aggiunge Stefania Aquè, altra allieva di Giuseppe Celesia -. Ho preso parte a diversi workshop, tutti con molta teoria, mentre questo è stato molto pratico. La realizzazione del corto, poi, non è da poco, anche per il tema forte affrontato. Bello, poi, potere interagire con gli altri». «Giuseppe Celesia l’ho conosciuto a Bagheria - racconta Donatella Cugliara - dove lui recitava nella commedia “La gatta sul tetto che scotta”. Sono andava in camerino a complimentarmi con lui e mi ha comunicato che ci sarebbe stato un corso di recitazione sempre a Bagheria, dove abito e dove solitamente non ci sono progetti del genere. Non mi ero mai proiettata verso questo mondo, ma da allora non riesco a farne più a meno. Ho sete di imparare e, quando mi ha detto che ci sarebbe stato questo workshop, ho colto subito la pala al balzo e non me ne sono pentita assolutamente». Un lavoro, dunque, che ha lasciato soddisfatti tutti, allievi e docenti indistintamente, dando il segno di quanto può arricchire fare anche una piccola esperienza in questo mondo.

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