SABRINA FIGUCCIA: “MA QUANTO COSTA ALLE CASSE DEL COMUNE LA SISPI?”

“Ma quanto costa alle casse del Comune la Sispi, la società partecipata che gestisce i servizi informatici di Palazzo delle Aquile?”. Lo chiede Sabrina Figuccia, consigliere comunale dell'Udc, che prosegue: “Oggi, durante una riunione congiunta della Terza e Settima Commissione Consiliare, abbiamo ascoltato il presidente della Sispi sulla convenzione per la gestione del servizio di conduzione tecnica e sviluppo. Da quanto è emerso, sembrerebbe che a fronte di un corrispettivo di poco più di 11 milioni di euro, la SISPI si impegni ad effettuare la manutenzione e l’assistenza di circa 5000 computer utilizzati dai dipendenti comunali. Contestualmente, invece, pare che tutti i servizi aggiuntivi di manutenzione siano considerati degli extra. Giusto per fare degli esempi facilmente riscontrabili attraverso la relazione prodotta per il 2017 dalla stessa SISPI, emerge che l'invio delle multe stradali sia costato 1.844.841 euro per il 2017 in più rispetto a quando già previsto dalla convenzione. Così come "altre attività nei confronti del Comune di Palermo" ammontano ad euro 6.941.250. Tutto questo pare venga stabilito in maniera del tutto unilaterale secondo tabellari non ben precisati, che proprio nella seduta oggi ho richiesto. La situazione sembra peggiorare quando si parla di interventi con carattere di emergenza, per i quali sembrerebbe che il Comune acquisti alla cieca, senza conoscere preventivamente, proprio in virtù dell'emergenza, i costi che verranno poi fatturati dalla SISPI. Se quanto emerso dalla seduta di oggi corrispondesse a prassi consolidata, il Comune rischierebbe di trovarsi in una situazione paradossale in cui una propria partecipata viene pagata una prima volta per la stipula di una convenzione e ripetutamente per tutti gli altri servizi. Ritengo necessario fare chiarezza e soprattutto credo che sia necessario stabilire dei paletti affinchè i contribuenti palermitani, già pesantemente penalizzati dalle tasse più alte d’Italia, non siano costretti a pagare due volte gli stessi servizi sborsando cifre esorbitanti”.

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