Nadia Spallitta (LeU): "Crisi idrica a Palermo, troppe perdite sulla rete. Gravi i dati di Legambiente su performance ambientale".

Tra meno di un mese i cittadini saranno chiamati ad andare alle urne. In tutto il mondo, in politica, opera l’alternanza per cui se non si sono raggiunti gli obiettivi si cambia governo. In Italia e in Sicilia non funziona così e il voto sembra prescindere dai risultati gestionali e amministrativi. Ritengo invece che i cittadini debbano riappropriarsi della libertà di voto (legge elettorale permettendo) e tenere conto dei risultati effettivamente conseguiti. A mio avviso, a Palermo e in Sicilia, la situazione negli ultimi 10 anni, è andata gradualmente peggiorando, fatti salvi ovviamente specifici settori. Desolante infatti, il quadro che emerge dal rapporto di Legambiente 2017 che registra i seguenti valori. Ad esempio: siamo in piena crisi idrica, salvo a scoprire che nel capoluogo siciliano si spreca per perdite della rete, quasi il 55% di acqua. E’ ovvio che, una adeguata manutenzione ridurrebbe un deflusso così rilevante e patologico, evitando il rischio di razionamento dell’acqua. Siamo tra le ultime città in grado di depurare le acque, fermi al 48% (Quasi tutte le città superano l’80%). La situazione non migliora nel settore rifiuti. La nostra amata città è tra quelle europee che maggiormente producono rifiuti. In particolare: 500 chilogrammi pro capite. Molto più dei rifiuti che si producono a Londra o Parigi. La differenziata è noto che è ferma al 9% con un decremento rispetto agli anni precedenti. Palermo a riguardo, continua ad essere fanalino di coda rispetto alle grandi città che raggiungono un valore medio del 48%. La capitale della cultura in Italia, risulta anche tra le città più inquinate, in primo luogo per la graduale riduzione degli alberi, oggi stimata in circa 10 alberi ogni 100 abitanti (valore che è meno della metà rispetto alle grandi città). Nessun reale investimento nelle fonti di energia rinnovabili e nelle forme di trasporto ecocompatibili in tutta la Sicilia. Per esempio a Palermo i metri di piste ciclabili sono davvero pochi (1,60 metri lineari) quasi tutte le città italiane superano abbondantemente questo valore. Inoltre, mentre nel nord l’utilizzo della bicicletta determina un buon benefit economico per abitante (che va dai 100 ai 200 euro pro capite), la Sicilia è la terzultima tra le regioni in cui questo, si ferma secondo l’analisi di Legambiente a 7 euro. Complessivamente la nostra città è collocata per performance ambientale al centunesimo posto su centoquattro analizzate. Dato che deve fare riflettere sulla effettiva adeguatezza amministrativa e che impone un immediato cambio di rotta nella gestione della città e della Regione in mancanza del quale non si potrà parlare né di cultura né di sviluppo né di ripresa economica anzi, sarà destinato ad aggravarsi il processo di impoverimento e di decrescita.

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