Alla Caserma Lungaro rivive il mistero della "Natività del Caravaggio" nella pellicola del palermitano Andò

di Ambra Drago 
E' una delle opere più famose del Caravaggio, “La Natività ” ma ne rimane solo una copia digitale, quella  realizzata da un’artista saccense Calogero Termine, che ne fa riscoprire il gioco di luce e lo splendore di quella orginaria trafugata dall’ Oratorio di San Lorenzo a Palermo. Era la notte del 17 ottobre de 1969 quando tre uomini riuscirono a entrare nella chiesa di via dell’Immacolatella armati di taglierino per impossessarsi dell’opera, probabilmente piegandola e dividendola in diverse parti, per poi darsi alla fuga a bordo di uno scooter.
Furono le due donne dedite alla pulizia dell’ Oratorio la mattina dopo a avvertire il parroco e da quel giorno tra veritá e leggenda inizia il vero mistero. 

Tra le diverse versioni anche quella di un pentito che avrebbe detto che il quadro era stato in pasto ai maiali o  gettato nel fiume Oreto.
Di questo furto ne scrisse anche il giornalista del giornale “ L’Ora” De Mauro soloevando un polverone su come mai un’opera del genere era rimasta incustodita. Insomma mistero, verità nella ricerca si una versione definitiva.
Recentemente la Commissione antimafia all’epoca guidata da Rosy Bindi è riuscita a fissare dei punti, tra questi che l’opera non sarebbe andata distrutta e che Badalamenti successivamente si sarebbe reso conto del valore dell’opera.
Un quadro dal valore inestimabile che continua a tenere banco nelle cronache e nelle ricerche degli investigatori, anche quelli americani.

E intanto si è voluto parlare di arte e di questo furto ancora irrisolto nella Caserma Lungaro di Palermo .
“ Un saluto di benvenuto mi è d’obbligo come padrone di casa esordisce Renato Cortese-questore di Palermo, “ la Natività di Caravaggio” è tra le dieci opere più ricercate secondo una lista stilata dallo Fbi e oggi parlare di questo furto è ancora più doloroso perché è una bellezza tolta al patrimonio di Palermo Capitale della Cultura. Sappiamo che è un furto non eseguito direttamente dalla mafia ma abbiamo qualche notizia in più arrivata a noi attraverso la collaborazione dei pentiti. Io cerco di analizzare questa vicenda dal punto di vista del poliziotto e vorrei sottolineare due aspetti. Il primo stando alla ricostruzione dei pentiti è la capillarità del controllo del territorio da parte di Cosa nostra l’altro è la considerazione che la mafia ha della bellezza, il suo tentativo di depauperare la Cultura di un Paese.Era giusto dedicare alla Natività una giornata nella Caserma della polizia che è portatrice quotidiana di legalità e dove è possibile parlare anche di arte e della perdita di un’opera di tale spessore”.

Molti si sono chiesti se è possibile ritrovare l’opera dopo che nel 2017 il pentito Marino Mannoia disse che il quadro non aveva distrutto e sempre Gaetano Grado ne raccontò le fasi successive in cui il quadro arrivò poi da Badalamenti a un venditore d’asta in Svizzera.
E su quanto è pesato in tutti questi anni la perdita del dipinto di Caravaggio è intervenuta Maria Concetta Di Natale, Ordinario di Museologia e Storia del Collezionismo presso l’Università di Palermo : “Ero giovanissima ai tempi di questo furto, frequentavo i primi anni dell’università allieva di un grande maestro quale Maurizio Calvesi . Venni a saoere dell’ accaduto e ricordo che Palermo impazzì dimostrando quanto era stata imprudente e quanto era stata poco accorta nel non proteggere e custodire questo quadro. Ricordo padre Collura direttore del Museo Diocesano andò in tutti gli oratori e li svuotò per trasferire tutti gli oggetti nelMuseo. Palermo non seppe reagire al momento giusto ma capì ciò che aveva realmente perso solo quando l’ ha perso”.
L’incontro moderato dal giornalista di giudiziaria Riccardo Lo Verso che ha scritto un libro sul tema intitolato “ La Tela dei boss”, ha visto la partecipazione anche del regista Roberto Andò ideatore del film “ Un storia senza nome” .
E sulla scelta di affrontare questo tema dal punto di vista cinematografico il regista palermitano ha detto: “ Mi piace raccontare un anessoro del’ epoca prima di scendere nel dettaglio. Dopo l’articolo di De Mauro ci fu una una diatriba tra Sciascia e il questore di allora che rispose “Io non sapevo che c’era il Caravaggio a Palermo” in fondo era un modo di fare del tempo e diffuso tra molte persone. Oggi fortunatamente abbiamo un questore come Renato Cortese una persona dalla qualità diversa e che ha una voglia di parlare di certi temi e accadimenti in termini anche diversi. Per quanto riguarda la pellicola posso dire che è un film sul cinema dove si mescola il giallo a una commedia beffarda.La storia di questo quadro è unica non solo per la ferita ma perchè Caravaggio è una figura incisa nell’immaginario in modo unico e la cosa che mi ha colpito è quanto accaduto dopo. Su questo quadro ci sono state varie versioni e anche gli scrittori sono stati “pentiti” e quindi e come se si fosse creato qualcosa di diverso. 

La mafia solo successivamente ha incominciato a maneggiare l’opera e se è vero, come si legge nelle carte, che c’ è stato una Trattativa tra Stato e Mafia è possibile che il quadro sia stato utilizzato per spingere le Istituzioni a ritrattare il regime del 41 bis. Il film e il suo personaggio Alessandro Rick, interpretato da Renato Carpentieri, è ispirato ai poliziotti in particolare quello del “ Cavaliere e la morte “ di Sciascia, a cui sono stato legato da una profonda amicizia. Ritengo che il poliziotto ha queste caratteristiche l’intelligenza di un investigatore dipende dai fatti reali ma anche dalla facoltà immaginativa”.

E anche l’ agente segreto interpretato da Renato Carpenteri ha indubbie qualità.
"Sono stato per otto anni vice questore e poi alla fine promosso questore e poi al momento della pensione mentre me la godevo il regista Andò mi ha dato il ruolo di agente segreto che vuole sapere dove è finito il Caravaggio. Insieme alla sceneggiatrice di un racconto interpretato da
Micaela Ramazzotti, immagina degli scenari possibili. Insommaio innesto la storia, ci sono delle ipotesi che man man producono una verità”.
Tra gli attori anche Laura Morante, Alessandro Gasmann e il catanese Vincenzo Pirrotta.Il film è stato già presentato alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia.

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