Cibo biologico, per molti ma non per tutti

di Giuseppe La Manna
Il mercato italiano degli alimenti biologici è cresciuto notevolmente specialmente nell’ultimo anno. Ma quali sono le condizioni necessarie affinché un prodotto possa dichiararsi bio? Assenza di uso di pesticidi o alimenti geneticamente modificati, minor uso di additivi e osservanza di standard più elevati nell’allevamento degli animali. Non sempre però quello che si presenta nella confezione come bio di fatto lo è. Una banda di truffatori italiani ha spacciato per biologici farina, soia e frutta secca per un valore di milioni di euro, prodotti che sono stati esportati in numerosi paesi d’Europa.

Chi acquista prodotti alimentari bio lo fa soprattutto per la tutela dell’ambiente, in difesa degli animali e, come pensa la maggior parte dei consumatori, anche per la propria salute. Gli esperti però non sono tutti d’accordo, anche se le vicende della carne avariata, delle uova alla diossina e altri scandali che hanno coinvolto la produzione alimentare tradizionale, hanno favorito la vendita dei prodotti bio. Sostanzialmente le ispezioni da parte delle autorità e delle aziende private di controllo funzionano. Però il sistema, in particolare all’estero, non è del tutto perfetto, tenuto conto che il personale addetto ai controlli non è davvero affidabile. Se poi il lavoro dipende da chi ogni tanto chiude un occhio, allora questo non esclude che vengano commesse truffe. In Cina alcuni ispettori hanno concesso il marchio bio, in cambio di soldi. Per circa duemila dollari si può ottenere la certificazione bio, senza che siano state rispettate le regole vigenti. Ci sono punti deboli soprattutto nel controllo delle materie prime importate e impiegate nelle colture della soia e dell’orzo, ma anche nei controlli della catena di produzione più lunga, per esempio per il pane o la pasta. Spesso i truffatori acquistano alimenti tradizionali, spacciandoli per biologici e ottenendo il marchio bio europeo. Questa etichetta raffigurata da alcune stelline bianche su fondo verde esiste da circa tre anni. Il miglior sistema di controllo non può impedire l’attività di bande criminali. Un sistema di controllo perfetto però non è possibile perché i costi sarebbero troppo elevati. Alla fine il consumatore risentirebbe dei prezzi troppo alti e non acquisterebbe più prodotti biologici. La Guardia di Finanza ha scoperto un meccanismo che ruotava attorno ad aziende a tutti gli effetti produttrici di prodotti biologici ma che, grazie alla compiacenza di funzionari e dipendenti di organismi deputati a certificare come biologica la produzione e la provenienza dei prodotti agricoli, trasformavano frumento, farine, frutta fresca e altro coltivati normalmente in autentico biologico, con guadagni moltiplicati. Un recente studio scientifico accusa i cibi biologici affermando che sono pieni di grassi, additivi, zuccheri e sali. Spesso non sono migliori di quelli industriali. Eppure sono molto più cari. Possiamo tranquillamente dire che sono prodotti per gente benestante o comunque per molti, ma non per tutti.

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