Homeless: molte sono le necessità di chi vive per strada

di Giuseppe La Manna 
Molte sono le necessità di chi vive per strada, prima fra tutte proteggersi dal freddo e dalla fame. Soccorrere chi non trova riparo per la notte può evitare che muoia di stenti. A Palermo ci sono pochi dormitori per il fabbisogno degli homeless, e dei vagabondi che sono sprovvisti di una fissa dimora. Questi spesso hanno deficit cognitivi, sono soggetti molto fragili, che hanno bisogno di assistenza continua, non riescono a compiere i più elementari atti della vita quotidiana e quindi non riescono a gestirsi autonomamente. 
La realizzazione di nuovi dormitori è quindi necessaria.
Operatori e assistenti sociali dovrebbero andare a trovare sopratutto i disagiati psichici e inoltrare per loro domande di invalidità per migliorare la qualità della vita. Spesso le case famiglia non riescono, per mancanza di fondi da parte delle istituzioni, a soddisfare le esigenze dei soggetti che sono svantaggiati dal punto di vista intellettivo.
Dall'inizio degli anni Ottanta, gruppi di persone della Comunità di Sant’Egidio si recano la sera nelle stazioni ferroviarie o nei luoghi dove i senza tetto trovano riparo per la notte, portando cibi e bevande calde, coperte e altri generi di conforto utili a proteggere dal freddo. Anche per iniziativa privata pesone di buon cuore girano a tarda sera portando a chi necessita cibi caldi preparati appositamente per loro. Questa presenza capillare nelle strade si intensifica durante l’inverno con l'obiettivo di raggiungere in particolare le persone più isolate e meno capaci di difendersi dal freddo. Quando le strutture di accoglienza sono assenti o sono piene, questo è l'unico modo per proteggere la vita di chi è senza tetto. Inoltre c’è la questione dei senza fissa dimora separati o separate. Queste persone hanno visto frantumarsi, spesso per questioni di incompatibilità di carattere, i propri nuclei familiari, finiti per strada a causa di un reddito insufficiente o per mancanza di lavoro. Tra loro non è difficile incontrare persone culturalmente preparate o che hanno rivestito ruoli importanti nell’ambito lavorativo. Non avendo risorse o a chi appoggiarsi la loro unica destinazione e' la strada, dove vivono di giorno e dormono la notte tra smog e sudiciume. Come si sa, i servizi di pulizia delle strade e la rimozione dei rifiuti sono sempre precari e insufficienti; a questo si aggiunge la cattiva abitudine dei cittadini di sporcare le strade gettando qualsiasi cosa con trascuratezza e noncuranza. I senza fissa dimora, homeless come si usa chiamarli, forse per rendere meno comprensibile la loro condizione, vivono in strada male, abbandonati da tutti e trascurati. Oggi è sempre più facile vedere persone che frugano nei cassonetti dell'immondizia per cercare cibo e paradossalmente riguarda anche le grandi città europee. Dar da mangiare è un valore molto antico, diffuso in tutte le culture, perché ha un richiamo diretto al valore della vita. L'affamato interroga la coscienza di tutti, laici e credenti. Questo è il cuore della cultura della solidarietà. Spesso in citta’ vengono istituite delle mense dove viene servito gratuitamente agli ospiti un pasto caldo e abbondante in un clima familiare e accogliente. Infatti non si ha solo necessità di soddisfare il bisogno materiale di cibo, ma anche di ritrovare, rispetto e calore umano che sono negati dalla nostra società. L'attenzione alla dignità e alla personalità di ognuno si esprime nell'atteggiamento cortese dei volontari che servono a tavola. Il servizio è garantito da volontari che a titolo gratuito offrono il loro tempo libero per queste persone in difficoltà. Il problema della carenza alimentare non riguarda solo i senza tetto. Nelle grandi città sono numerosissime le persone che a causa di redditi scarsi o inesistenti vivono in condizioni di deprivazione e malnutrizione. Inoltre i senza tetto hanno bisogno di interventi di vario tipo che aiutino a vivere meglio, per esempio la cura della persona costituisce un grande problema. Per chi non ha casa lavarsi diventa un problema difficile da risolvere. Così come una visita medica o ricevere gratuitamente i medicinali necessari. Ma questi problemi, purtroppo, i volontari non possono risolverli.

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