Il Caldo Africano? Praticamente non esiste. Per il presidente della Consulta delle Culture, Ibrahima Kobena, generalizzare crea confusione e innalza ulteriori barriere

«Sarebbe bello potere cominciare ad andare oltre gli stereotipi e le cosiddette leggende metropolitane, cercando di capire il vero senso delle parole. Un ottimo sistema per non fare di tutto l’erba un fascio». Qualcuno potrebbe pensare che scherzi, ma per il presidente delle Culture di Palermo, Ibrahima Kobena, è giunto il momento di fare chiarezza su un punto. Il caldo africano non esiste perché, se l’Africa è ancora un Continente del Pianeta Terra, il terzo per superficie, lo dobbiamo analizzare secondo le caratteristiche geografiche, climatiche, umane dei suoi 54 Stati. «Così come per gli altri Continenti – afferma Kobena – ogni Stato ha un sua peculiarità. Il che significa anche climi diversi. Parlare di “caldo africano” è generalizzare, come quando si fa parlando di migranti.
In tutti i paesi e le culture ci sono cittadini buoni e cattivi, perbene e non. Fare di tutta l’erba un fascio significa non considerare le culture, le specificità, le differenze tra territorio e territorio, persona e persona. Sarebbe anche il momento di capirci. Anche dal punto di vista climatico».

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