Arrestato Gaetano Scotto e sequestrato il "White club". La Dia: "Dopo la scarcerazione continuava a comandare "

di Ambra Drago
Associazione mafiosa,estorsione aggravata in concorso, intestazione fittizia aggravata sono queste le accuse scattate nei confronti di otto persone ritenute contigue alla famiglia dell' Arenella-Vergine Maria. Nell'operazione della Dia sono stati arrestati  anche i tre fratelli, Gaetano, Pietro, Francesco Paolo Scotto nonchè Antonino figlio di quest'ultimo che avrebbe mantenuto i rapporti con gli affiliati e per la tentata estorsione aggravata della ditta "Orocolato".Le porte del carcere si sono spalancate anche per Giuseppe Costa ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa di Vergine Maria (attigua a quella dell'Arenella) avrebbe diretto le attività estorsive e poi Paolo Galioto , uomo di fiducia di Scotto, era il  suo "portavoce" nel caso delle direttive da  impartire a altri affiliati.
Galioto  è ritenuto responsabile sia per la tentata estorsione aggravata alla ditta " Orocolato " sia per l'estorsione aggravata a un ambulante.
Le indagini portate avanti dagli uomini della Dia, attraverso intercettazioni hanno messo in luce come Gaetano Scotto dopo l' uscita dal carcere sarebbe tornato a guidare la famiglia mafiosa dell' Arenella.
"Parliamo di un soggetto noto alle cronache per la criminalità mafiosa sottolinea il colonello Antonio Amoroso- capo della Dia di Palermo. Voglio ringraziare chi nel quotidiano ha lavorato senza sosta anche perchè sono state indagini articolate.La prima cosa che mi viene in mente dall' insieme di questa indagine è un'analisi dal punto di vista sociale, ovvero  il bisogno di alcuni cittadini e di appartenenti a determinati ceti sociali  di essere assoggettati  a Scotto che riesce anche vista la sua "caratura" ad ottenere anche dazioni anonime. Insomma  ci sono persone che tollerano questi comportamenti come è emerso nell'episodio della festa di Sant'Antonio di Padova protettore della borgata.
Da ultimo c'è  una riconosciuta valenza criminale della figura del sessantottenne da parte dei rappresentanti della mafia italo americana (oggetto di indagine da parte dell'F.B.I. e della D.E.A.)che si complimentano dei comportamenti tenuti proprio da  Scotto. In particolare Leonardo Lo Verde riconosce la scaltrezza di Scotto di tenersi defilato allontanado da sé ogni attenzione investigativa. Inoltre sempre Gaetano è stato destinatario di un "avviso chiusura indagini" per un altro procedimento,  perché lo riteniamo coautore  dell'omicidio Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio avvenuto il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini".

Scotto sottolineano gli investigatori attraverso accorgimenti del tipo evitare luoghi chiusi, avrebbe ugualmente  impartito ordini occupandosi di dirimere  anche le controversie del quartiere .
"Abbiamo definito che deteneva un "comando itinerante"- sottolinea Stefano Maniscalco- vice questore della polizia e in forza alla Dia di Palermo- tanto che  decide di non dare mai punti di riferimento, lui sa di essere controllato. Sceglieva di incontrare le  persone mentre passeggiava senza mai proferire il nome del suo interlocutore. Dava autorizzazioni a aprire locali il tutto avvalendosi da soggetti fidati. Scotto ammette di aver interessi nella società del locale  dell' Arenella " White Club"  e che avrebbe messo una persona di fiducia. Ma Scotto si avvaleva anche di  soggetti  come  Paolo Galioto ( anche lui arrestato oggi)  è colui che gestisce le attivitá ed a lui che si rivolge per ottenere dei proventi illeciti come avviene nel caso di un venditore ambulante di frattaglie ".
Fino alla scarcerazione di Scotto, avvenuta il  21 gennaio 2016 ( ha scontato una pena mafia e traffico di droga)  il comando era detenuto dai suoi fratelli, Pietro ormai pensionato e Francesco Paolo imprenditore edile.
Al suo rientro all' Arenella Gaetano Scotto avrebbe trovato un  quartiere ad attenderlo, come nel corso della festa di Sant' Antonio di Padova patrono della borgata. Durante una chiamata alla fidanzata, Giuseppina Marceca, Scotto avrebbe affermato che per fare passare la vara avrebbero "aspettato lui".I due fidanzati sarebbero anche  saliti sulla barca solo insieme al sacerdote che avrebbe celebrato la funzione. Inoltre Scotto avrebbe confidato alla fidanzata hanno raccontato gli investigatori come tutti fossero contenti del suo " modo di agire...tutti sanno perché io vengo nel giusto.." lasciando trapelare il fatto che coloro che pagano il pizzo lo farebbero come un atto dovuto, quasi in segno riverenza.
Nel corso delle indagini sarebbero stati accertati due tentativi di estorsione e una consumata. Ma l'attività investigativa sottoposta al coordinamento della procura Distrettuale di Palermo ha messo in evidenza come Scotto era influente nei confronti di altre "famiglie mafiose palermitane" ance se la prudenza del sessantottenne era ormai nota.
" Ad esempio Vito Barbera, arrestato per favoreggiamento aggravato, non elemento interno alla famiglia dell'Arenella - sottolinea Stefano Maniscalco- poichè lui da sempre  abita nel quartiere dei Pagliarelli si occupava di realizzare incontri tra mafiosi  ma dal quale lo Scotto si guardava bene dal partecipare ".
La Direzione investigativa antimafia oltre alle misure della custodia cautelare  ha eseguito un sequestro preventivo del "White club" di via cardinale Guglielo Massaia. n.7 . E ad Antonino Rossi  per intestazione fittizia del locale in concorso con Gaetano Scotto del locale sono stati disposti i domiciliari.
"Dal punto do vista investigativo conclude il colonello Amoroso- in generale posso dire e come ogni anno scriviamo nelle relazioni, la mafia non ha abbandonato i canali di guadagno tradizionali, dalla droga alle estorsioni semmai ne ha annesso altre più raffinate e pericolose".

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