Tutela del minore, istituzioni e servizi a confronto: una giornata di formazione per i poliziotti di Palermo

di Ambra Drago
"E' importantissimo creare dei momenti di confronto tra tutti i soggetti chiamati a tutelare il minore.C'è tanta strada da fare sul tema- esordisce Ludovica D' Alessio-sostituto procuratore presso il Tribunale ordinario di Palermo- ma il recepimento di norme sovranazionali e anche il l'entrata in vigore del Codice Rosso sono stati fondamentali rendendo il minore sempre più vicino alle istituzioni. Io mi occupo dei così detti "reati contro le fasce deboli"da due anni e quotidianamente vediamo situazioni complesse sia all'interno delle famiglie che nelle scuole. Ritengo che un problema sul quale dobbiamo soffermarci è la "violenza assistita" e le conseguenze che hanno sul minore nel momento in cui assiste ad atti di violenza all'interno dell'ambito familiare. Forse è la forma di violenza più difficile da scoprire sia per le Forze dell'Ordine che per noi magistrati anche perchè il minore è chiamato a fidarsi del suo interlocutore, ecco che è importante fare rete".
E nei soggetti coinvolti dinanzi ad una segnalazione ci sono varie figure professionali e specializzate come il caso dell'equipe dello Spazio Neutro del Comune di Palermo, chiamata in causa da un procedimento per decreto da parte del tribunale ordinario o quello dei minorenni.
"Il servizio nasce nel dicembre del 2000-racconta Iole Medidone- Responsabile Spazio Neutro del Comune di Palermo, con il pensiero di tutelare il minore principalmente nei casi di conflittualità genitoriale nelle cause di separazione e divorzio difficili. Ormai dal 2000 il servizio si è concretizzato nella tutela del legame con l'appartenenza genitoriale con cui il minore non vive un rapporto sereno e stabile. Inoltre il servizio sostiene i casi in cui il minore è in comunità per problematiche legate al nucleo familiare d'origine oppure è ancora in affidamento familiare ed è in una posizione di "adozione speciale", ovvero è in affidamento sine die, però mantiene il contatto con il doppio cognome con la famiglia d'origine. Ci sono casi in cui il minore per mantenere il legame è in affido ma incontra i nonni o gli zii. La nostra squadra è composta oltre da me anche da tre assistenti sociali e la competenza è legata ripeto alla relazione genitore-figlio e al nucleo separativo con difficoltà ".
Un percorso impervio e doloroso quello a cui può essere soggetto un minore protagonista di una violenza o che assiste a atti violenti tra le mura domestiche, ma che può in alcuni casi avere il risvolto anche di un affidamento a un' altra famiglia offrendo un'alternativa a tutto ciò che viene vissuto in precedenza.
"L'associazione è nata nel 2012-Adriana De Trovato- presidente Afap- proprio per promuovere l'affidamento familiare. Per prendere un minore in affido occorre essere maggiorenni e avere la voglia di gestire un minore. Anche un single e una coppia di fatto può avere un minore.E' risaputo che il minore che vive in un contesto familiare difficile magari può ripetere ciò che vive. Invece offrendo un contesto familiare diverso può decidere da che parte stare. Palermo è una città molto accogliente e ci sono all'incirca 280 famiglie affidatari e tra single, coppie sposate e coppie di fatto. E anche la seconda città d'Italia dove il Comune ha dato in affido un ragazzo di sedici anni a una coppia omosessuale e anche una nostra socia single ha adottato un ragazzo con l'adozione speciale. Noi abbiamo l'avvocato Giada Traina che lavora con noi, gratuitamente per i nostri soci e poi li seguiamo durante l'iter di affidamento anche dal punto di vista emotivo ".
Una rete "istituzionale" di cui anche la scuola è chiamata a fare la sua parte, molto spesso infatti il primo campanello d'allarme può essere individuato da un docente attento o attraverso l'aiuto dei compagni del minore.
"La scuola intercetta tutta la società e i bambini. Riesce a individuare paradossalmente anche i bambini che non la frequentano- sottolinea Antonella Di Bartolo- Dirigente Scolastico dell'I.C.S. "Sperone-Pertini"- per cui è proprio da li che spesso partono delle segnalazioni che devono sempre servire da supporto e aiuto al bambino. Dalla scuola vengono evidenziati casi di abbandono o frequenza irregolare ma anche stazione di disagio o maltrattamenti, abusi, incuria. Sono problemi con cui mi scontro quotidianamente, in particolare nel caso della mia scuola, che si trova nel quartiere Sperone fa sì che di queste situazioni su 1300 alunni ce ne sono tante. Noi interveniamo con procedure che vanno dal colloquio con la famiglia, all'attivazione dei servizi del Comune di Palermo ma anche della Procura dei Minori. E' importante non dimenticare che tutti gli adulti sono stati bambini e anche nella nostra esperienza di piccoli un sorriso in più ci avrebbe aiutato e questo pensiero deve accompagnarci nel momento in cui ci relazioniamo con bambini che sono in difficoltà".
Un sistema dove ognuno è chiamato a fare la propria parte dalla magistratura, alla scuola, ai servizi sociali ma che vede come primo interlocutore le Forze di Polizia. Ecco che l'Usip (Unione Sindacati poliziotti italiani) ha promosso questa giornata di formazione nella sala Domenico Corona della Caserma Lungaro. 
"Da quando è nato il sindacato-Giovanni Assenzio- Segretario Generale Provinciale Usip Palermo- abbiamo puntato alla professionalizzazione del personale e può avvenire attraverso questi momenti di formazione e informazione. E' un tema particolarmente sentito dalle Forze di polizia adesso ci sono delle sezioni specializzate dedicate ai minori portando avanti sempre il concetto di polizia di prossimità.Molto spesso ci troviamo sia come amministrazione, poliziotti e sindacato all'interno delle scuole non solo per tutelare i bambini come soggetti deboli ma per promuovere ad ampio raggio la cultura della legalità".
Massima attenzione e interesse è stato mostrato da parte dei poliziotti al dibattito moderato dalla giornalista Margherita Gigliotta. Alla mattinata hanno partecipato tra i relatori anche Marika Di Trapani, Consulente Tecnico d'Ufficio del Tribunale di Palermo Renato Azzinannari, Segretario Nazionale Usip , Claudio Barone, Segretario Regionale Uil Sicilia. Un saluto e una riflessione ha rivolto il vicario del Questore, Andrea Lo Iacono : "La Questura di Palermo posso dire che è pilota nell'affrontare il tema della tutela dei minori con una sezione specializzata. E poi la nostra Divisione Anticrimine ha tessuto una rete con docenti e allievi offrendo una possibilità di conoscere diverse procedure come ad esempio quelle legate ai casi di bullismo. Il dipartimento di pubblica sicurezza è sensibile al tema, basti ricordare l'applicazione "YouPol" attraverso cui, anche in forma anonima, si possono segnalare fenomeni di spaccio o di bullismo".
E il Vicario ha messo in evidenza come anche il legislatore nell'ultimo anno sia intervenuto sul tema ampliando il potere di intervento da parte del dirigente di pubblica sicurezza provinciale ovvero il Questore. "Qui a Palermo nel 2018 è stato emesso il primo provvedimento di ammonimento orale- continua il Vicario Andrea Lo Iacono- nei casi di bullismo. Ricordiamo che questo tipo di provvedimento di natura amministrativa è concesso al questore che "richiama" il minore dinanzi ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la potestà genitoriale, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge con specifiche prescrizioni che, ovviamente, varieranno in base ai casi. Tutto ciò cesserà al diciottesimo anno di età. Posso dire per concludere che c'è veramente tanta attenzione sul tema anche da parte di tutti gli attori sociali e istituzionali".

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