Pasqua, Lorefice ai detenuti:"Voglio regalarvi il profumo della zagara. Gesù supera le sbarre e dona redenzione"

di Ambra Drago
Si è svolto questa mattina il "Solenne Pontificale" dell'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice in una Cattedrale priva dei suoi fedeli ai quali non è mancato un pensiero durante la celebrazione.
La messa del giorno di Pasqua ha visto tra gli altri la partecipazione insieme all'Arcivescovo anche di padre Filippo Sarullo, parroco della Cattedrale e Cappellano della Polizia municipale e del diacono Pino Grasso.
L'arcivescovo Lorefice durante l'omelia ha rivolto un pensiero ai detenuti, esprimendo il desiderio di far giungere una lettera scritta di suo pugno come se fosse una risposta alle tante ricevute nell'arco dell'anno. Inoltre questa mattina si è recato nel carcere Ucciardone di Palermo per celebrare l'Eucarestia. 
"Vorrei farvi giungere il profumo della zagara,la pinta che anche 2000 anni fa si trovava vino al sepolcro di Gesù. Ecco bisogna ricordare che Gesù ha voluto bene a tutti-sottolinea l'arcivescovo-annunciando che Dio perdona tutte offre la redenzione.Ricordiamo che Gesù ha anche detto."chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra". Gesù ha patito ed ha vinto la morte, tutto è possibile se si crede in lui anche per chi ha commesso i crimini più atroci. Gesù è presenza e supera anche le porte sbarrate".

Poi l'arcivescovo ricorda la scelta di Papa Francesco di far scrivere quest'anno i testi della "Via Crucis"ai detenuti del carcere di Padova, una scelta che dimostra la vicinanza della religione cristiana a chi non può vivere la propria libertà.

E prima di chiudere la spiegazione del Vangelo un pensiero a chi in questo momento a causa della pandemia del virus vive uno stato di privazione dei rapporti tale da non poter vivere questa giornata di festa con i familiari o con anche le comunità religiose o a chi è totalmente solo.

"Gesù è Risorto, viene nella nostra vita anche nella procione dove forse inconsapevolmente ci siamo auto carcerati. Che ci liberi. Lui è l'uomo nuovo, l'Adamo nuovo e che ognuno di noi ci assomigli in modo da costruire una nuova umanità"

Prima di concludere la celebrazione pasquale, l'arcivescovo ha impartito la benedizione e l'indulgenza plenaria su tutti i fedeli.

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