SICILIAUNONEWS

Tangenti e appalti truccati nella Sanità, 10 arresti. Ai domiciliari Candela, coordinatore per emergenza Covid-19

Bufera nella Sanità siciliana. Le indagini eseguite dal Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria delle fiamme gialle palermitane hanno svelato un giro di tangenti intorno a quattro appalti della Sanità siciliana. Gare  aggiudicate dal 2016 in poi dalla “Centrale unica di committenza della Regione” e dall’Asp 6, per la fornitura e la manutenzione di apparecchiature elettromedicali e per servizi di pulizia.
Le Fiamme Gialle attraverso, pedinamenti, intercettazioni ed esami di documenti hanno svelato un un centro di potere composto da faccendieri, imprenditori e pubblici ufficiali infedeli che avrebbero asservito la funzione pubblica agli interessi privati, in modo da consentire di lucrare indebiti e cospicui vantaggi economici nel settore della sanità pubblica. E così sono state emesse 12 misure cautelari. Gli indagati sono accusati a vario titolo per corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti.
Ai domiciliari è finito Antonino Candela,(attuale Coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19, già Commissario Straordinario e Direttore generale dell’APS 6 di Palermo).

Alla stessa misura sono stati sottoposti altre 7 persone: Giuseppe Taibbi (riferimento di Candela, Francesco Zanzi ( amministratore delegato della Tecnologie Sanitarie S.p.a.), Roberto Satta (responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie S.p.a.), Angelo Montisanti ( responsabile operativo per la Sicilia di SIRAM S.p.a.e amministratore delegato di SEI Energia s.c.a.r.l.), Crescenzo De Stasio ( direttore unità business centro sud di SIRAM S.p.a.), Ivan Turola ( referente occulto di FER.CO. s.r.l.), Salvatore Navarra ( Presidente del consiglio di amministrazione di PFE S.p.a.).
In carcere sono finiti, Fabio Damiani (attuale Direttore generale dell’ASP 9 di Trapani) e Salvatore Manganaro (riferimento di Damiani).
 

Secondo gli inquirenti sarebbero stati due i centri di potere: uno legato a Candela e all’imprenditore Giuseppe Taibbi, anche lui ai domiciliari per aver fatto da tramite con gli imprenditori per la consegna del denaro; l’altro, gestito da Fabio Damiani, ex responsabile della Centrale unica di committenza della Regione, oggi dirigente generale dell’Asp 9 di Trapani, che è invece finito in carcere, come il suo faccendiere di riferimento, l’imprenditore Salvatore Manganaro.Gare truccate per appalti dal valore complessivo di 600 milioni di euro. Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestrato preventivo di sette società, con sede in Sicilia e Lombardia, nonché di disponibilità finanziarie per 160.000 euro, quale ammontare allo stato accertato delle tangenti già versate: le tangenti promesse ai pubblici ufficiali raggiungono, però, una cifra pari ad almeno Euro 1.800.000.In particolare la "turbativa d'asta" avrebbe riguardato quattro gare, come sottolineano dal comando provinciale della Guardia di Finanza :
-la gestione e manutenzione apparecchiature elettromedicali – bandita dall’ ASP 6 del valore di 17.635.000 euro;
- i servizi integrati manutenzione apparecchiature elettromedicali - bandita dalla CUC del valore di 202.400.000 euro;
- la  fornitura vettori energetici, conduzione e manutenzione impianti tecnologici – bandita dal ASP 6 del valore di 126.490.000 euro;
- i servizi di pulizia per gli enti del servizio sanitario regionale – bandita dalla CUC del valore di 227.686.423 euro.
"Gli operatori economici, sottolineano gli investigatori, vincitori delle gare, importanti società di livello nazionale, erano consapevoli e partecipi delle dinamiche criminali, dalle quali traevano un vantaggio che avrebbe remunerato nel tempo il pagamento delle tangenti"

Lo schema illecito messo in atto sarebbe stato sempre lo stesso:
- l’imprenditore interessato all’appalto avvicina il faccendiere, interfaccia del pubblico ufficiale corrotto;
- il faccendiere, d’intesa con il pubblico ufficiale, concorda con l’impresa corruttrice le strategie criminali per favorire l’aggiudicazione della gara;
- la società, ricevute notizie dettagliate e riservate, presenta la propria “offerta guidata”, che sarebbe stata seguita fino alla fine.
Ma oltre ai ruoli lo schema prevedeva anche ulteriori fasi, ovvero l’attribuzione di punteggi discrezionali, non legati al merito del progetto presentato; la sostituzione delle buste contenenti le offerte economiche;il pagamento di stati avanzamenti lavoro anche in mancanza della documentazione e la diffusione di informazioni riservate, coperte da segreto di ufficio.
I pagamenti delle tangenti sarebbero avvenuti con la consegna di denaro contante nel corso di incontri riservati, oppure attraverso meccanismi contabili tra le aggiudicatarie dell’appalto e altre imprese, intestate a prestanomi, ma di fatto riconducibili ai faccendieri di riferimento per i pubblici ufficiali corrotti.
"Per rendere ancora più complessa l’individuazione del sistema criminale sottolineano dal comando provinciale della Guardia di Finanza, gli indagati si sarebbero spinti fino alla creazione di trust fraudolenti, con l’obiettivo di schermare la reale riconducibilità delle società utilizzate. Il patto criminale si sarebbe cementato grazie alle continue e sistematiche interlocuzioni che erano necessarie per gestire tutte le fasi attuative dei contratti la cui durata era ovviamente pluriennale".

Nessun commento:

Posta un commento