Anniversario uccisione Cassarà e Antiochia. Questore:"Hanno frapposto corpo e mente a Cosa nostra. Il loro sacrificio va ricordato"

di Ambra Drago
"Ho evidenziato già il 19 luglio- esordisce il questore di Palermo Laricchia- come i nostri poliziotti a Palermo abbiano combattuto la mafia e frapposto tra loro e Cosa nostra il corpo e la mente.Hanno protetto Falcone, Borsellino e tanti altri morti ma anche la mente perché penso a Boris Giuliano, a Cassarà che con le loro capacità investigative hanno rappresento un pericolo per l'organizzazione mafiosa e che hanno portato alla sconfitta della mafia maturata nel Maxiprocesso". E si perché proprio il vice Capo della Squadra Mobile di Palermo, della Mobile, Ninni Cassarà lavorò al rapporto Michele Greco+161 pietra miliare del Maxi, inoltre ebbe modo di stare fianco a fianco con Giovanni Falcone. Una vita spesa per contrastare la mafia che gli diede il primo grande dolore con la morte pochi giorni prima del capo della Catturandi Beppe Montana. E da quel momento Cassarà si gettò anima e corpo nel lavoro con la consapevolezza come ebbe modo di dire quel famoso 28 luglio a Porticello che "erano cadaveri che camminavano". Insieme a lui il 6 agosto di 36 anni fa perse la vita Roberto Antiochia. Il giovane agente nel 1985 fu trasferito alla Criminalpol di Roma ma appreso dell'omicidio del dott. Montana, sebbene in congedo, chiese di tornare a Palermo per stare vicino e aiutare Ninni Cassarà e i colleghi della Mobile. Insieme trovarono la morte all'interno del residence di viale Croce Rossa, dove abitava Cassarà che dopo giorni stava rientrando a casa. Ad attenderli un gruppo di nove persone appostati nel palazzo di fronte che non esitarono a sparare colpi di kalasnikov all'indirizzo del funzionario morto sui gradini della portineria dove cercò riparo e del giovane agente. 

Questa mattina le autorità civili e militari, insieme alla vedova Cassarà, la signora Laura Iacovoni e ai figli del dirigente si sono ritrovati dinanzi alla stele in piazza Giovanni Paolo II ( monumento realizzato nel 2019 per rendere la memoria visibile a tutti i cittadini e soprattutto ai giovani) per deporre una corona d'alloro. Successivamente si è svolta una messa in suffragio nella chiesa SS. Salvatore di corso Vittorio Emanuele . L'omelia è stata celebrata da padre Massimiliano Purpura, Cappellano della Polizia di Stato.

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