Indagini su Matteo Messina Denaro. Il vero Bonafede si avvale della facoltà di non rispondere

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Andrea Bonafede il 59enne geometra di Campobello di Licata che avrebbe prestato la sua identità al super latitante di Castelvetrano arrestato il 16 gennaio. Bonafede accusato di associazione mafiosa, rinchiuso nel carcere di Pagliarelli, assistito dal suo legale non ha parlato con i magistrati. Secondo gli investigatori il geometra avrebbe inoltre consentito al boss di attivare una carta bancomat che Messina Denaro ha utilizzato per sostenere le spese necessarie per il sostentamento durante la latitanza e ha acquistato, per conto del padrino, un appartamento in vicolo San Vito con 20mila euro in contanti dati direttamente dal capo trapanese di Cosa Nostra. Inoltre Messina Denaro avrebbe usufruito di una Fiat 500 (poi data in permuta) e della Giulietta nera formalmente intestate alla madre disabile ottantasettenne del geometra. Il difensore del vero Bonafede all'uscita del carcere ai cronisti presenti ha dichiarato di voler attendere l'esito della chiusura delle indagini.Intanto vanno avanti le indagini ha confermato il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani, Fabio Bottino, per ricostruire la rete di favoreggiatori e la ricerca di documenti che potrebbero essere ancora nascosti nelle abitazioni già perquisire.




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