L’appello lanciato dagli esperti alla Summer School 2023 di Motore Sanità: “Non buttiamo via quattrini e stanziamoci per il long term care come gli altri paesi europei: Spagna, Svezia e Portogallo compresi”. Gallio, 22 settembre 2023 – L’Enpam (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici) stanzia i soldi per finanziare le AFT che adesso si chiameranno case di comunità Spoke, quindi stesso rapporto di lavoro, aggiornamento e modernizzazione delle AFT esistenti con circa 4/5 medici anche nei paesi e niente presenza nelle case di comunità Hub come scrive il DM77. La notizia, ufficializzata ieri, è stata oggetto di dibattito durante la Summer School 2023 di Motore Sanità in corso di avolgimento a Gallio, nell’altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza. Così Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità: “L’Enpam finanzierà quella che è la ristrutturazione e il potenziamento dell’AFT (Associazione familiare delle famiglie territoriali), definendo quelli che saranno le future case della salute Spoke.
Notizia per altro già in parte preannunciata qualche giorno fa. Questo perché i medici continuano a dire che nelle case della salute Hub, alcune già costruite e rimaste vuote, non ci vogliono andare, come previsto nel DM77. Questo è dovuto al fatto che il DM77 è stato scritto in situazione di emergenza sanitaria, senza coinvolgere i diretti interessati operatori sanitari e i cittadini e senza essere stato esaminato dalla Camera e dal Senato della Repubblica. Ciò comporta il fatto che quello che è stato costruito potrebbe essere stato costruito inutilmente”. “Fermiamoci – prosegue Zanon - perché in realtà le case di comunità Spoke vengono delineate e prenderanno il nome di quelle che prima erano le AFT e andiamo invece a usare i soldi per costruire quello che ci distanzia dal resto del mondo occidentale, ovvero i posti letto per lungodegenti, che sono assolutamente insufficienti perché le RSA e l’assistenza domiciliare non riescono a supplire a questa carenza che intasa i reparti, che non permette di svuotare i pronto soccorsi e aumenta le liste d’attesa. Impieghiamo quindi i soldi del PNRR per fare queste lungodegenze croniche, possibilmente vicino all’ospedale incorporate per ospedali per acuti per fare economia di scala, soprattutto per ciò che riguarda le risorse umane, utilizzando per esempio personale infermieristico che sarà fondamentale nella gestione dei lungodegenti in libera professione e sotto la responsabilità per esempio della medicina generale o delle divisioni di medicina interna che dovranno prendersi cura di questi pazienti utilizzando gli altri specialisti quando necessario. Se non si fa questo, non se ne esce. Diamo una svolta a quelli che sono i soldi del PNRR sul DM77. Non siamo mai stati ospedalocentrici, noi abbiamo ridotto i posti letto per acuti, lo hanno fatto anche altri Paesi, noi più di altri, ma gli altri hanno diversificato aumentando notevolmente i posti per lungodegenti, anche in Spagna e in Portogallo e Svezia dove ci sono le case di comunità. Noi non lo abbiamo fatto”.
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