Lettera dei docenti dell’Ipcl “Ninni Cassarà” al presidente della Regione Rosario Crocetta per chiedere al governatore un intervento risolutivo sullo strano caso dell’Istituto provinciale di cultura e lingua “Ninni Cassara”. Dal 25 luglio sulla sorte dell’Istituto.i docenti assistono a un balletto di responsabilità tra i due enti Regione e Provincia mentre il processo per la statalizzazione, che a parole si vuole fermare, va avanti.
Nella lettera c’è la cronistoria completa. Il commissario straordinario di palazzo Comitini Domenico Tucci appena insediato decide di seguire “sia pur a malincuore” l'iter che prevede la statalizzazione dell’istituto sostenendo che la Provincia non dispone più delle risorse economiche necessarie. In un’audizione ottenuta in quinta commissione all’Ars tutti i membri all'unanimità dichiarano di voler trovare al più presto possibile i fondi necessari a bloccare almeno per quest'anno scolastico il processo di riconversione per garantire il diritto allo studio e il diritto al lavoro. Poi segue l’annuncio dello stanziamento da parte del dipartimento autonomie di 34 milioni per le ex Province, in particolare per garantire l’avvio delle scuole. I docenti esultano. La Fp Cgil invia al commissario una richiesta di revoca della delibera. Ma dal 30 inizia il mistero: l'iter di statalizzazione, invece di essere allentato, è stato accelerato. Non arriva riscontro alcuno alla richiesta di revoca della convenzione con il Miur promessa dal commissario in sede di audizione con la V commissione; i docenti cominciano a insospettirsi e mercoledì 7 agosto mandano i propri rappresentanti a palazzo Comitini, dove però durante l’intera mattinata non vengono ricevuti da nessuno; solo verso ora di pranzo un dirigente decide di incontrarli ma si fa latore di cattive notizie: i milioni stanziati non saranno destinati alla proroga dei contratti dei docenti precari, non sono sufficienti e anche se lo fossero, non essendo essi vincolati, non sarebbero investiti a tal scopo. Poi è l’assessore Valenti a fare sapere che oltre ai 34 milioni ce ne saranno altri 10 per le scuole. Ma anche l’assessore viene smentita da un dirigente che dichiara che i fondi non sono arrivati e che sono a destinazione vincolata. Il commissario, a questo punto, “promette che telefonerà all'assessore per chiarire se è vero che esistono questi soldi, e in caso di risposta positiva, è disposto a revocare la convenzione al fine di garantire tutti i docenti”.
Stufi di questo continuo rimpallo, i docenti dopo un’assemblea hanno deciso di scrivere la lettera. “La statalizzazione significa il licenziamento dei docenti precari storici. Caro presidente, a che gioco giochiamo – chiedono i docenti nel loro appello - tutti noi eravamo e vorremmo continuare ad essere fiduciosi che le parole pronunciate all’atto del suo insediamento “non faremo macelleria sociale” siano una promessa che lei saprà mantenere. I sentimenti più ricorrenti in questi lunghissimi giorni di battaglie sono stati “scoraggiamento”, “sfiducia nella politica”, “senso di abbandono” rispetto a proclami sulla stampa su soluzioni che fino ad ora si sono trasformate in un sostanziale nulla di fatto. Da lei ci aspettiamo un’azione immediata e coerente con la sua storia politica”.
“È possibile – aggiungono - che provincia e regione non comunichino di fronte allo stanziamento di milioni e milioni di euro, con il risultato di lasciare in balia del caso il destino di un centinaio di lavoratori? Ci sentiamo vittime di giochi poco chiari e dannosi. La regione dice di aver fatto tutto per noi con lo stanziamento dei suddetti milioni e che ora il nostro destino dipende dalla volontà della provincia; quest'ultima afferma esattamente il contrario, cioè che invece è la regione a non aiutarci e che è contro questa che dovremmo protestare. Insomma due mondi paralleli che non sanno/vogliono comunicare. La questione dei fondi resta un mistero... A questo se ne aggiunge un altro: “A che gioco giochiamo?”.
Nessun commento:
Posta un commento