“VERITA' SULLA MORTE DEL BRACCIANTE DAMIANO LO GRECO”. LA CGIL HA CHIESTO AL COMUNE DI PALERMO DI DEDICARGLI UNA STRADA. LETTERA AL CAPO DELLO STATO DAI FAMILIARI E DALLE VITTIME DI PORTELLA. DOMANI ORE 17 INIZIATIVA A PIANA
Palermo 10 marzo 2016 – Damiano Lo Greco, bracciante, militante della Cgil, fu ucciso il 18 gennaio 1951 durante una carica dei carabinieri nel corso di una manifestazione per la pace. Oggi c'è ancora una moglie, Maria Aiavolasit, che quest'anno compie 100 anni, che attende verità e giustizia. E attendono giustizia il figlio Serafino, la Cgil, le vittime di Portella, l'intera comunità di Piana.La Cgil di Palermo ha inserito il nome di Damiano Lo Greco tra quello dei sindacalisti uccisi dal '44 in poi da commemorare nel suo calendario della memoria. “Al sindaco di Palermo abbiamo già chiesto di dedicargli una piazza, nell'ambito dell'intitolazione di vie e giardini ai sindacalisti uccisi dalla mafia. Avrà una strada anche lui, come gli altri dirigenti e militanti uccisi”, annuncia il segretario Cgil Palermo Enzo Campo. E una lettera è stata inviata al presidente della Repubblica Mattarella e al ministro della Giustizia Andrea Orlando dall'associazione Portella della Ginestra, di cui fanno parte i familiari e sopravvissuti della strage del 1 maggio 1947, chiedendo che “lo Stato faccia un gesto riparatore verso la famiglia”.
La vicenda di Damiano Lo Greco sarà rilanciata domani a Piana degli Albanesi, nell'aula consiliare del Comune, alle ore 17, su iniziativa di Cgil e Flai, in occasione della presentazione dell'inchiesta condotta da Francesco Petrotta sull'omicidio Lo Greco e pubblicata dalla casa editrice Istituto poligrafico europeo con il titolo “Quando Scelba imperava”- Inchiesta sull'uccisione di Damiano Lo Greco”. Dall'inchiesta emergerebbe con chiarezza che le forze dell'ordine depistarono le indagini mentre la magistratura poco o niente fece per scoprire la verità e colpire i responsabili dell'omicidio.
“La figura di Damiano Lo Greco va ricollocata negli anni 50 quando non cera una magistratura democratica come quella di oggi e quando non c'era delle forze dell'ordine democratiche come quelle che fortunatamente oggi ci sono – dichiara il segretario della Cgil Palermo Enzo Campo – Erano gli anni dell'alleanza tra il potere agrario e mafioso attorno alla Dc e nello scontro in corso per la liberalizzazione del Paese sindacalisti e militanti del Pci furono presi di mira. Oggi riportiamo Damiano Lo Greco al centro della nostra memoria collettiva”.
Lo Greco fu ucciso il 18 gennaio del 1951. Quel giorno a Piana degli Albanesi si tenne una manifestazione contro l'intervento bellico in Corea. Un colpo di moschetto raggiunse Lo Greco, che morì poche ore dopo. La salma venne tumulata manu militari per presunte ragioni di ordine pubblico: fu impedita la presenza dei familiari. “Un atto disumano”, il commento del figlio Serafino, che all'epoca aveva 11 anni.
I familiari dell'associazione vittime di Portella della Ginestra hanno inviato in questi giorni una lettera al capo dello Stato Sergio Mattarella. “In quella tragica giornata tanti di noi, sopravvissuti e familiari delle vittime della strage di Portella, fummo arrestati e scontammo mesi di carcere per aver manifestato pacificamente contro la guerra e per la pace senza l'autorizzazione delle forze dell'ordine. Sono passati ben 65 anni dall'uccisione di Damiano Lo Greco e l'associazione Portella della Ginestra, alla quale fanno parte i suoi familiari, crede sia arrivato il momento che le massime autorità dello Stato facciano un gesto riparatore verso un'onesta famiglia così gravemente colpita, soprattutto verso la moglie di Damiano, Maria Aiavolasit”.
All'iniziativa intervengono il sindaco di Piana Vito Scalia, il segretario Cgil Palermo Enzo Campo, il figlio di Damiano Serafino Lo Greco, il docente di Lingua e Cultura albanese dell'Università di Palermo Matteo Mandalà, il segretario Flai Cgil Sicilia Salvatore Tripi. Coordina il segretario generale Cgil Sicilia Michele Pagliaro. Conclude Stefania Crogi, segretario generale Flai Cgil nazionale.
Palermo 10 marzo 2016 – Damiano Lo Greco, bracciante, militante della Cgil, fu ucciso il 18 gennaio 1951 durante una carica dei carabinieri nel corso di una manifestazione per la pace. Oggi c'è ancora una moglie, Maria Aiavolasit, che quest'anno compie 100 anni, che attende verità e giustizia. E attendono giustizia il figlio Serafino, la Cgil, le vittime di Portella, l'intera comunità di Piana.La Cgil di Palermo ha inserito il nome di Damiano Lo Greco tra quello dei sindacalisti uccisi dal '44 in poi da commemorare nel suo calendario della memoria. “Al sindaco di Palermo abbiamo già chiesto di dedicargli una piazza, nell'ambito dell'intitolazione di vie e giardini ai sindacalisti uccisi dalla mafia. Avrà una strada anche lui, come gli altri dirigenti e militanti uccisi”, annuncia il segretario Cgil Palermo Enzo Campo. E una lettera è stata inviata al presidente della Repubblica Mattarella e al ministro della Giustizia Andrea Orlando dall'associazione Portella della Ginestra, di cui fanno parte i familiari e sopravvissuti della strage del 1 maggio 1947, chiedendo che “lo Stato faccia un gesto riparatore verso la famiglia”.
La vicenda di Damiano Lo Greco sarà rilanciata domani a Piana degli Albanesi, nell'aula consiliare del Comune, alle ore 17, su iniziativa di Cgil e Flai, in occasione della presentazione dell'inchiesta condotta da Francesco Petrotta sull'omicidio Lo Greco e pubblicata dalla casa editrice Istituto poligrafico europeo con il titolo “Quando Scelba imperava”- Inchiesta sull'uccisione di Damiano Lo Greco”. Dall'inchiesta emergerebbe con chiarezza che le forze dell'ordine depistarono le indagini mentre la magistratura poco o niente fece per scoprire la verità e colpire i responsabili dell'omicidio.
“La figura di Damiano Lo Greco va ricollocata negli anni 50 quando non cera una magistratura democratica come quella di oggi e quando non c'era delle forze dell'ordine democratiche come quelle che fortunatamente oggi ci sono – dichiara il segretario della Cgil Palermo Enzo Campo – Erano gli anni dell'alleanza tra il potere agrario e mafioso attorno alla Dc e nello scontro in corso per la liberalizzazione del Paese sindacalisti e militanti del Pci furono presi di mira. Oggi riportiamo Damiano Lo Greco al centro della nostra memoria collettiva”.
Lo Greco fu ucciso il 18 gennaio del 1951. Quel giorno a Piana degli Albanesi si tenne una manifestazione contro l'intervento bellico in Corea. Un colpo di moschetto raggiunse Lo Greco, che morì poche ore dopo. La salma venne tumulata manu militari per presunte ragioni di ordine pubblico: fu impedita la presenza dei familiari. “Un atto disumano”, il commento del figlio Serafino, che all'epoca aveva 11 anni.
I familiari dell'associazione vittime di Portella della Ginestra hanno inviato in questi giorni una lettera al capo dello Stato Sergio Mattarella. “In quella tragica giornata tanti di noi, sopravvissuti e familiari delle vittime della strage di Portella, fummo arrestati e scontammo mesi di carcere per aver manifestato pacificamente contro la guerra e per la pace senza l'autorizzazione delle forze dell'ordine. Sono passati ben 65 anni dall'uccisione di Damiano Lo Greco e l'associazione Portella della Ginestra, alla quale fanno parte i suoi familiari, crede sia arrivato il momento che le massime autorità dello Stato facciano un gesto riparatore verso un'onesta famiglia così gravemente colpita, soprattutto verso la moglie di Damiano, Maria Aiavolasit”.
All'iniziativa intervengono il sindaco di Piana Vito Scalia, il segretario Cgil Palermo Enzo Campo, il figlio di Damiano Serafino Lo Greco, il docente di Lingua e Cultura albanese dell'Università di Palermo Matteo Mandalà, il segretario Flai Cgil Sicilia Salvatore Tripi. Coordina il segretario generale Cgil Sicilia Michele Pagliaro. Conclude Stefania Crogi, segretario generale Flai Cgil nazionale.
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