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Inaugurazione anno giudiziario a Palermo allarme su vuoti di organico e mancata celerità nei processi. de Lucia: "Intercettazioni irrinunciabili. Affari di droga con gli albanesi"

di Ambra Drago
Si è tenuta nell' Aula Magna della Corte d'Appello di Palermo l'inaugurazione dell' anno giudiziario. Il primo intervento come è consuetudine è quello del Presidente di Corte d'Appello Matteo Frasca che ha affermato: "Nota dolente rimane la lentezza dei processi Un'attesa eccessiva crea discriminazioni anche nei cittadini dal punto di vista economico. Nel settore penale bisogna ancora di più dare diritto alla ragionevole durata del processo. Non sono state adottate misure alla sua piena attuazione. La Riforma Cartabia procede tra critiche e apprezzamenti positivi. Anche il contributo apportato dal nuovo Ufficio del Processo tuttavia non è stato determinante seppur l'impegno dei funzionari che ringrazio è encomiabile. È stato sottovalutata l'esigenza dei diversi gradi di giudizio hanno finito per contrarre le aspettative: L'Ufficio del Processo dovrá essere mantenuto ma con una regolamentazione stabile. Bisogna dire che la celerità del processo la sua necessità è avvertita nella tutela dei diritti fondamentali".
Poi il presidente Frasca torna su una problematica che riguarda ogni grado di giudizio ovvero la scopertura dei posti in magistratura. "In questa Corte d'Appello è del ben 16 per cento. Le piante organiche di alcuni uffici sono inadeguate alla domanda di giustizia che è cresciuta in dismisura. È apprezzabile il lavoro del Ministero della Giustizia con i concorsi ma questi richiedono tempi lunghi ed è improbabile che vengano coperti tutti i posti vacanti. Gli uffici di piccole dimensioni vengono coperti da magistrati neo assunti e molto spesso appena possono cercano destinazioni più gradite. Anche il CSM deve fare la sua parte per quel che riguarda la mobilità dei magistrati. Credo che nell' individuazione dei posti a concorso certamente importanti si deve aver riguardo alla consistenza dei fenomeni criminali che riguardano alcuni territori. L' arresto di Messina Denaro ha aperto nuovi scenari sul versante investigativo. Cosa nostra non è stata debellata e costituisce una presenza sui territori di questo distretto. È necessario attenzione, occorre rafforzare l' azione giurisdizionale con la copertura dei posti vacanti nel Distretto. È necessario che ci sia una magistratura imparziale e indipendente e che faccia rispettare i diritti anche di fronte a chi in quel momento detiene il potere. La magistratura deve difendere la sua indipendenza".

Dello stesso tenore l'intervento del Procuratore Generale Lia Sava che ha evidenziato la problematica dei posti vacanti. "Voglio quindi ringraziare i magistrati requirenti che hanno mantenuto un equilibrio fra finalità repressiva e rispetto delle garanzie individuali. Ognuno dei sostituti procuratori della Repubblica del distretto si è dedicato al tema del contrasto alle mafie e al crimine comune con un modello di giustizia fondato sul giusto processo a fronte di vuoti di organico. Pensiamo all'arresto di Matteo Messina Denaro con ciò che ne è derivato dal punto di vista investigativo è bene che si sappia la Dda lo sta portando avanti con 12 sostituti in un organico di 25. Vuoti di organico affliggono il mio ufficio dove ci sono 12 sostituti su 16 senza l'avvocato generale il cui posto è vacante da mesi devono garantire efficienza e professionalità ai giudizi di secondo grado. la Procura Generale è bene che nessuno lo dimentichi è centro vitale di meccanismi organizzativi che riguardano tutti i distretti". Poi la procuratrice Sava afferma: "L’arresto e la morte di Matteo Messina Denaro, l’organizzazione mafiosa, che è fisiologicamente adusa a perdere i suoi capi, si concentra anche su ghiotti appalti perché in tal modo si arricchisce e si siede nuovamente al tavolo di relazioni con altri mondi, con i quali interagisce da sempre ed ora ha la grande occasione del Pnrr".

Al grido di allarme di non abbassare la guardia in tema di contrasto alle mafie per l'arrivo di ulteriori "attori" pronti a irrompere sulla scena quali possono essere "gli albanesi" come ha sottolineato il Procuratore di Palermo de Lucia: "E' bene evidenziare come ci sia un nuovo attore in tema di criminalità organizzata a livello europeo e sono gli "albanesi" un tempo manovalanza e oggi sono sulla piazza che guarda anche da un lato ai rapporti con Cosa nostra oltre alla 'Ndrangheta. E per controllare ciò occorrono gli strumenti che devono essere garantiti. Sono state citate appunto le intercettazioni. Un dato voglio dare, lo scorso anno la Procura che dirigo ha investito 30 milioni in intercettazioni che apparentemente sono una grande massa di denaro ma a fronte di ciò i beni confiscati, nello stesso periodo ammontano secondo valutazioni in 400 milioni di euro. mi pare che sia del tutto non giustificata l'osservazione sul costo delle intercettazioni. Queste sono uno strumento fondamentale. Soltanto a Messina Denaro nelle operazioni di perquisizioni poste dopo la sua cattura sono state rinvenute 300 mila euro e 500 mila euro in gioielli. Quindi dobbiamo ragionare sugli strumenti che ben utilizziamo. E questi 800 mila euro sono stati fatti confluire nel Fondo Unico della Giustizia. Quindi, conclude il Procuratore de Lucia, le intercettazioni non devono essere limitate nei procedimenti di mafia ne in quelli in materia di criminalità organizzata".

Tutti gli interventi sono stati seguiti con attenzioni dalle autorità. In prima fila il Prefetto di Palermo, Massimo Mariani, il Presidente della Regione, Schifani, il sindaco Lagalla e poi il Questore Calvino, presente altresì il Primo Dirigente della Polizia di Stato e Comandante del IV Reparto Volo, Molinaro, il Comandante Regionale dei Carabinieri Spina e quello Provinciale Magrini così come i pari grado della Guardia di Finanza. Attenzione dai colleghi magistrati quali il Presidente del Tribunale di Palermo Morosini e la procuratrice del Tribunale dei Minorenni Caramanna.

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