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Cattedrale gremita per l'ultimo saluto a Vincenzo Agostino. Arcivescovo Palermo: "Un esempio di resistenza a mafia"

Una cattedrale gremita ha accolto la bara di Vincenzo Agostino scompaso all'età di 87 anni dopo aver lottato per la ricerca della verità sulla morte di suo figlio, il poliziotto Nino Agostino ucciso insieme alla moglie Ida Castelluccio e a quel bimbo che aveva ancora in grembo il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini. Agostino da quel giorno con la sua lunga barba bianca è diventato unio dei simboli dell a lotta alla mafia e della ricerca di una verità la stessa che ha invano atteso l'adorata moglie augusta Schiera scomparsa nel febbraio del 2019. Un saluto commosso dell'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice alle figlie di Vincenzo, Flira e nunzia e ai nipoti.
"La lunga barba bianca di Vincenzo Agostino - ha proseguito - ha rappresentato per noi il segno della resistenza attiva e proficua alla mafia e alle tante forme del 'male strutturato" che ardiscono eliminare finanche - come lui stesso ebbe a dire - il "bene di un figlio, di una nuora, di un bambino mai conosciuto"; che sterminano Nino, un onesto e accorto servitore dello Stato, la sua giovane moglie Ida e il bambino che avevano concepito da pochi mesi; insanguina le strade della città, sparge afflizione nelle case e nelle famiglie, pianifica depistaggi, compra silenzi e connivenze anche tra esponenti del potere politico e delle istituzioni dello Stato".
Agostino "ha infuso speranza. Ha chiesto di non assopirci. Ci ha provocati a non cadere nell'indifferenza deresponsabilizzante e a non abituarci al male. Quella barba è quei capelli bianchi che esaltavano i suoi occhi pieni di luce nonostante le tenebre, sono stati per noi monito a rinnovarci, a rimanere desti, a porre domande".
"È finita la fatica di Vincenzo. Ora ci è chiesto di assumerla di portarla avanti noi. Il testimone passa a noi - ha detto Lorefice - Siamo qui per questo, per continuare a vegliare nella notte. È il modo migliore per dimostrare a tutti voi cari congiunti, e in particolare a voi carissime Flora e Nunzia e a voi nipoti, a te carissimo Nino, la nostra vicinanza e la nostra gratitudine a papà e a nonno Vincenzo. In una città che ha assistito al sacrificio di tanti uomini e donne delle istituzioni, della società civile e della Chiesa palermitana, possa la sua credibile e costante testimonianza continuare ad essere uno sprone nella costruzione di una città degli uomini giusta e solidale, libera dalle 'strutture di peccato' mafiose e dalla corruzione e dalla falsità imperante".Tra gli altri sono presenti l’ex questore Renato Cortese e il questore Maurizio Vito Calvino, il presidente del Tribunale Morosini e della Corte d'Appello Frasca, l'ex pefetto De Miro e l'attuale prefetto Mariani. I  Dirigenti della Polizia di Stato, come Antonio Molinaro, Primo dirigente del IV Reparto Volo e la dott.ssa Rosaria Maida Primo Dirigente della sezione Anticrimine e diverse autorità civili e militari nonchè rappresentanti dell'Anps di Monreale e di Palermo e della International Police Association tra cui il dirigente Fabio Melchiore. Ieri era stata allestita la Camera ardente alla Caserma Lungaro dove il sindaco le diverse autorità ma anche semplici cittadini hanno voluto portare un semplice saluto d un uomo che nella sua sempliccitò è stato un combattente.


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