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Tempo di riflessioni

di Enza Nardi

Anche quest'anno ce l'abbiamo fatta ad arrivare alla fine dell'anno. Certo, non tutti, purtroppo. Nel momento del countdown, festeggiare la fine di un anno e l’inizio di uno nuovo abbiamo la concretezza del tempo e la consapevolezza che il tempo passa e sempre più velocemente. Pertanto, diventa ogni anno sempre più prezioso. Ognuno di noi si guarda indietro e si perde in riflessioni e bilanci economici e affettivi, dove emergono i nostri limiti e le nostre fragilità. Ci si rende conto che alcuni obiettivi della nostra check list pronosticati all'inizio dell'anno sono stati raggiunti - di questi dovremmo crogiolarci, ma non lo facciamo -, altri, nonostante i buoni propositi, sono rimasti un vago ricordo o desiderio, provocando in noi emozioni negative.
Obiettivi che si sono persi lungo la strada perché qualcosa o qualcuno ci ha indotto a rinunciare oppure perché gli eventi ci hanno obbligato a sostituirli con altri traguardi o ancora perché durante il percorso qualcosa in noi è cambiato facendo cambiare anche le nostre esigenze. Allora, cadiamo nell'errore di dare più importanza al "fallimento", piuttosto che gioire per i successi, concedendogli il potere di annientarci. Siamo così abituati a concentrarci sugli aspetti negativi delle cose - che prosciugano energia fisica e mentale - che non ci rendiamo conto che dietro la difficoltà può esserci un risvolto positivo. In questo modo, il nostro animo viene sopraffatto dalla malinconia, se non divorato dalla depressione. È importante tenere in mente che i momenti difficili passano tanto velocemente quanto i momenti felici; ciò che fa la differenza è l’attenzione che gli diamo. Lo scrittore Kurt Vonnegut una volta disse: "Quando siete felici, fateci caso". Ecco, dovremmo imparare a fare più caso a quando siamo felice, anche se per un momento breve - perché la felicità è solo una piccola pausa della non felicità - e trascurare il più possibile gli episodi difficili, tristi, deludenti che fanno scorrere via le gioie e le conquiste e con essere la nostra vita. Deve diventare un modus operandi nel nostro quotidiano. A questo proposito voglio esortare tutti voi - io in primis - a guardare indietro all'anno appena trascorso cercando di dare valore a tutto quello che il 2024 ci ha portato: nuovo lavoro, sfide che ci hanno fatto crescere, nuovi affetti, sorprese, belle esperienze, gioie, ilarità , soddisfazioni..., ognuno a suo modo. Il nostro vocabolario contiene quasi mille vocaboli relativi alle emozioni positive, e noi facciamo caso sì e no a una decina. Anche se apparentemente piccole, sono sempre grandi cose che ci hanno fatto stare bene e a cui dobbiamo davvero fare caso. Con l'arrivo del nuovo anno impegniamoci, dunque, a redigere una lista di obiettivi che diano almeno un buon margine di possibilità di riuscita e depenniamo quelli che già in partenza sembrano di difficile realizzazione perché troppo ambiziosi e troppo rigidi. Evitiamo di ripetere la frase " Anno nuovo vita nuova" perché sarebbe come dire le solite cose: " Da lunedì mi metto a dieta", Dalla prossima settimana vado in palestra " e così via, ma poi non si fa nulla di tutto ciò. Non serve tuffarsi in una vita nuova, basta solo aggiustare il tiro a ciò che non è andato proprio bene in quella vissuta finora. Miglioriamo - se serve - la nostra salute fisica e la nostra vita relazionale e professionale. Ogni nuovo inizio proviene dalla fine di un altro inizio. (Seneca)

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