Un riconoscimento che sottolinea l'importanza dell'acido oleico, un grasso monoinsaturo presente in elevate quantità in questo alimento. Il 5 aprile scorso, il tema è stato al centro di un confronto tra esperti a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei Medici di Palermo, in occasione del convegno “Olio extravergine di oliva – Alimentazione e salute, svolta epocale”. Durante l'incontro, l'esperto Francesco Caruso ha approfondito il ruolo storico e biochimico dell’olio, soffermandosi sui secoridoidi, composti minori dalle spiccate proprietà antinfiammatorie. Il cardiologo Salvatore Novo ha illustrato come l’olio extravergine favorisca la riduzione del rischio cardiovascolare, mentre la geriatra Ligia Juliana Dominguez ha presentato studi sull’impatto sulla longevità e sulla protezione delle funzioni cognitive. L’olio sembra dialogare con il corpo. Per gli esperti non è retorica: l’Evo comunica con le cellule, grazie a composti attivi che interagiscono con i meccanismi biochimici ed elettrofisiologici, trasformandolo in un modulatore biologico capace di prevenire patologie e favorire il benessere. L’incontro si è concluso con una tavola rotonda che ha visto confrontarsi Cesare Fierro, dirigente medico dell’Asp di Trapani, e Dario Macaione, presidente dell’associazione “L’Ulivo Capovolto”. Un momento di dialogo che ha messo in luce la crescente sensibilità sul tema da parte delle istituzioni sanitarie e della società civile. Le proprietà organoelettriche dell’olio continuano a essere oggetto di indagine. Molecole come idrossitirosolo, oleuropeina e tirosolo – polifenoli ad altissima biodisponibilità – sembrano regolare segnali elettrici e potenziali di membrana a livello cellulare. In termini pratici, migliorano l’equilibrio ossidativo, proteggono cuore e cervello e attenuano i processi infiammatori cronici. Una prospettiva che apre a scenari inediti, dal supporto neurotecnologico alla medicina rigenerativa. Ma i benefici dell’olio extravergine non si fermano qui. Sempre più evidenze scientifiche collegano il suo consumo regolare alla longevità. Secondo lo studio Predimed, uno dei più importanti trial clinici sulla dieta mediterranea, l’assunzione quotidiana di Evo è associata a una riduzione della mortalità generale, all’attivazione di geni coinvolti nella riparazione del Dna e alla stimolazione delle sirtuine, le cosiddette “proteine della longevità”. In altre parole, questo alimento dialoga anche con il nostro codice genetico, rallenta l’invecchiamento cellulare e sostiene il metabolismo nelle diverse fasi della vita. Il sistema cardiovascolare è tra i primi beneficiari. L’olio extravergine, grazie alla sinergia tra acido oleico, fitosteroli e antiossidanti naturali, contribuisce a ridurre il colesterolo "cattivo" Ldl, protegge quello "buono" Hdl dall’ossidazione, migliora la flessibilità dei vasi sanguigni e riduce l’infiammazione sistemica. E forse la scoperta più sorprendente riguarda il cervello. Alcuni componenti bioattivi dell’olio extravergine superano la barriera ematoencefalica e agiscono direttamente sui neuroni, stimolando la neurogenesi e la plasticità sinaptica, contrastando lo stress ossidativo e ostacolando la formazione delle placche amiloidi responsabili dell’Alzheimer. Lo studio Mind, focalizzato sul rapporto tra dieta e salute cerebrale, ha rilevato che una dieta mediterranea arricchita con Evo può ridurre il rischio di demenza fino al 40%. Un dato rilevante in un contesto in cui le malattie neurodegenerative sono in costante crescita.
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Olio Extravergine d’oliva tra Scienza e salute, le evidenze in un Dibattito a Villa Magnisi
Dalla campagna alla clinica, passando per la tavola: in Sicilia l’olio extravergine d’oliva non è soltanto un prodotto agricolo d’eccellenza, ma un elemento identitario, carico di storia e sapere. Oggi, però, assume anche un ruolo inedito, quello di “nutraceutico naturale”, capace di intrecciarsi con la medicina e incidere concretamente sulla salute. Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (Fda) ha riconosciuto l'olio extravergine d'oliva come alimento salutare, autorizzando l’indicazione relativa alla riduzione del rischio di malattie coronariche.
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