Con un ritmo serratissimo, Deaglio racconta nel suo libro gli intrecci, le trame sotterranee e le svolte inaspettate del nostro racconto collettivo, mentre in sottofondo ci sono le canzoni, la moda, i film che hanno cambiato il volto del Paese. Non c’era mai stato niente come quel decennio, e quelli successivi non avrebbero potuto essere senza di loro. Gli anni sessanta, primo volume di una storia italiana che arriverà fino ai giorni nostri, vivono ancora adesso nella nostalgia e nel mito: nelle canzoni trasmesse alla radio, negli armadi o nelle cantine dove non ci si riesce a liberare di un eskimo o di una vecchia minigonna di pelle scamosciata, o nei cassetti dove ricompaiono gettoni del telefono, monete da dieci lire, biglietti di concerti, il congedo illimitato provvisorio, copertine di 45 e di 78 giri…
Enrico Deaglio comincia la carriera da giornalista della carta stampata e della televisione negli anni settanta, al quotidiano «Lotta Continua», di cui è stato direttore dal 1977 al 1982. Successivamente lavora in numerose testate tra cui «La Stampa», «Il Manifesto», «Epoca», «Panorama», «L'Unità». Tra il 1985 e il 1986 è direttore del quotidiano «Reporter» e collaboratore del quotidiano «La Stampa» di Torino. Alla fine degli anni Ottanta comincia a lavorare come giornalista televisivo per Mixer: segue in particolare le vicende della mafia in Sicilia e viene inviato per programmi di inchiesta in vari paesi. Negli anni novanta conduce vari programmi d'inchiesta giornalistica di attualità su Raitre, tra cui: Milano, Italia (gennaio-giugno '94), Ragazzi del '99 (1999), Così va il mondo, Vento del Nord e L'Elmo di Scipio. Dal 1997 al 2008 dirige il settimanale «Diario». Oltre ad alcune opere di narrativa, ha pubblicato vari libri-inchiesta.
Nessun commento:
Posta un commento