SICILIAUNONEWS

Successo per il convegno "Mafia e antimafia negli anni 80'" in memoria del procuratore Scaglione e dell'agente Lorusso

di Ambra Drago
Cinquantaquattro anni fa l'omicidio del Procuratore Pietro Scaglione e Antonio Lorusso in via Cipressi a Palermo. Entrambi Medaglia  d'oro al merito civile. Nella giornata del loro ricordo un grande successo e una grande partecipazione si è registrata all' interno di Villa Malfitano. L'occasione il convegno dal titolo "Mafia e antimafia negli anni 80'". Il momento di studio e di confronto è stato organizzato da ANPI Palermo, Centro Studi sulla Giustizia Pietro Scaglione, Movimento per la Giustizia- Articolo 3, Società Siciliana per la Storia Patria, in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia. A fare gli onori di casa Antonio Scaglione, uno dei figli del Procuratore presidente del centro omonimo e Vice Presidente del Consiglio della Magistratura Militare. Scaglione ha sottolineato come questo convegno e l'analisi di quanto accaduto negli anni 80' è una continuità con l'analisi del fenomeno e della storia della criminalità organizzata giá illustrata negli anni precedenti.
"Gli anni 80' sono importanti anche dal punto di vista dell' evoluzione della mafia.Ovvero anni in cui si realizza la così detta "mattanza" e dove si verificò una frattura all' interno di Cosa nostra.Da un lato i corleonesi di Reina e Provenzano e dall'altro i palermitani di Inzerillo, Badalamenti. Allo stesso tempo ci fu un'evoluzione legislativa, fondamentale la Legge Rognoni- La Torre e il nuovo Codice Penale che creò inizialmente qualche perplessità in dottrina, giurisprudenza e magistratura. Con Giovanni Falcone si ebbe un cambio di passo fu lui con il "Processo Spatola" a inaugurare la stagione delle "indagini bancarie". Seguì il "Rapporto Greco +161" e l'istruzione del Maxi processo, fondamentali le dichiarazione del pentito Buscetta. Da qui furono effettuati diversi arresti.Anche durante il Maxi processo vi furono polemiche sulla mole di lavoro e sull'utilizzo dei pentito.Delegittimazione della magistratura che successivamente venne evidenziata nelle polemiche che colpirono il giudice Borsellino e Sciascia, la mancata nomina di Falcone a giudice istruttore e poi come mediaticamente venne raccontato alle famose lettere del" Corvo" . Come sappiamo il Maxiprocesso si concluse con 2.600 anni di reclusioni, 19 ergastoli e 114 assoluzioni.Sentenza che poi divenne definitiva riconoscendo la struttura verticistica della Associazione mafiosa".Ricostruzioni fondamentali per cogliere anche il ruolo della antimafia sociale in quel periodo.
E aggiunge Scaglione:"Ecco che insieme al periodo soprannominato "Primavera di Palermo" anche sul fronte ecclesiastico si realizza il "Movimento per la città dell'uomo, il centro studi dei gesuiti Padre Arrupe, il Centro San Saverio e la creazione del Centro di documentazione dedicato a Impastato. Seguono negli anni 80' la creazione del movimento donne Sicilia e e della marcia di Casteldaccia nel cosiddetto triangolo della morte.E poi nascono la fondazione Gaetano Costa, il Centro Studi Terranova. Un percorso antimafia che insieme all'attività repressiva delle nostre Forze dell'Ordine deve continuare a esistere. Questo Convegno avrà il compito di fare memoria e di ricordare tutti i caduti per mano mafiosa. Fare memoria affinché ciò che è accaduto nel passato non ritorni". Dopo un ringraziamento a tutti i partecipanti ai lavori il Convegno è antrato nel vivo.
Puntuale l'intervento del Procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia:" Mi interessa focalizzarmi sul lavoro del Procuratore Gianpietro mettendo in evidenza il suo lavoro in un periodo dove era in vigore il codice Rocca e c'era configurata come fattispecie la Associazione semplice. Il lavoro del prefetto Gianpietro viene recuperato dal Procuratore Scaglione e dal giudice Terranova. All'epoca non ci sono dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e quel tipo di processo come ad esempio.quello di Catanzaro non poteva andare diverdamente. Le cose cambiano negli anni 80' sono stati citati Chinnici e Caponetto e cambiano perché l'impostazione nuova la da Falcone e lo so vede chiaramente nei processi. Bisogna ricordare al uni passaggi storici, innanzitutto la creazione del Pool con magistrati specializzati e l'altro strumento è la rinnovata visione dell' art.299 c.p.p. di quel Codice del 30' dove si diceva che il giudice investigatore e istruttore doveva compiere tutti gli atti e non si poteva accontentare delle azioni delle forze di polizia. Si trattava quindi di un investigatore che entrava nelle investigazioni della polizia giudiziaria e rendendo vivo l' art 109 della Cost. Questa è la svolta. Accanto ai magistrati del Pool crescono anche le strutture specializzate che nel 1991 diventeranno lo Dda, il Ros e poi lo SCICO e il Gioco della Guardia di Finanza..Tutto questo ha un nome ed è Giovanni Falcone. È quello che inventa una strategia di contrasto alla criminalitá organizzata e che ancora adesso usiamo.Bisogna guardare quello che ha fatto lui e lo ha applicato nel processo Spatola e poi nel Maxi processo. È un punto di non ritorno e da quel momento si accerta l'esistenza di Cosa nostra.Nei processi da quel momento bisognerà cercare le prove. Il modello del 1989 entra in vigore e il modello istruttorio lo abbiamo conosciuto e studiato e quel modello è compatibile con il contrasto alla croninalità. Si interviene con una serie di modifiche e sulla forza della legislazione di emergenza per poi interviene anche la riforma costituzionale del 1999 . Si creano le Direzioni distrettuali antimafia con competenze chiare con magistrati specializzati.In quel modello le garanzie stanno nel processo, le indagini stanno in un enorme banca dati per processare i mafiosi è un sistema che ci permette il contrasto alla mafia.Questo sistema ha utilizzato due strumenti di investigazioni: le intercettazioni e i collaboratori di giustizia. Questo sistema ha agito su quello che chiamo i quattro pilastri:"la cattura dei latitanti, l'isolamento ai grandi latitanti ( al momento abbiamo un problema di come funzionano le nostre carceri. Accanto al 41 bis abbiamo un sistema detentivo assolutamente incapace a tenere isolati chi non è capo ma mafioso). Il modello a cui aspira Cosa nostra è chiaro in questo momento ebbene non riesco a fare la Commissione e allora faccio altro con le nuove forme di comunicazione. Abbiamo i mandamenti che dialogano con i mezzi criptati . Per tornare ai pilastri, il terzo è l'attacco ai patrimoni e poi il quarto è la continuità delle investigazioni sui territori. Se noi ne colpiamo dieci al mese (mi riferisco ai mafiosi)non è ad esempio lo stesso se ne prendiamo 181. Se io tolgo questi numeri al territorio vuol dire che non sono in grado velocemente di sostituire i posti vacanti. La strategia che abbiamo applicato ha carattere di continuità da quando sono Procuratore a Palermo. Poi la lotta alla mafia non la vinciamo noi magistrati e le divise da soli e lo dico sempre occorre un cambiamento culturale, sociale ed economico".
 Successivamente ha preso la parola il giornalista dell'Absa Franco Nicastro :" Partirei dal 1979 e in quell'anno vengono colpiti i protagonisti di coloro che erano impegnati a delineare un rinnovamento morale, investigativo e politico. Fu con l'omicidio del giudice Terranova che si iniziò a pensare a una visione terroristica criminale. Altro anno cruciale che ho inserito in questa periodizzazione è il 1982 con l'uccisione di Pio La Torre e Dalla Chiesa. Solo dopo inizia l'aggressione ai patrimoni mafiosi" .
 Un excursus storico della criminalità organizzata in quegli anni dove furono colpiti indistintamente magistrati, giornalisti, forze dell'Ordine. Un periodo che come ha anche sottolineato un altro relatore autorevole, come Umberto Santino Docente e Presidente del Centro G. Impastato, ha portato a cambiamenti sociali e culturali quali la nascita appunto dello stesso Centro sono a giungere all cosìdetta " Prima era di Palermo" della sindacatura di Leoluca Orlando, oggi eurodeputato e presente in sala al Convegno.
Un periodo foriero di cambiamenti nella città e allo stesso tempo attento nel valorizzare la memoria storica del Paese coma ha raccontato, nel suo intervento Ottavio Terranova, Coordinatore Anpi Sicilia e Presidente Anpi Palermo. Altresì preciso e efficace l' intervento del prof. Francesco Callari, Docente di diritto processuale penale di Unipa e Direttore del Centro Studi Pietro Scaglione il cui intervento si è focalizzato sul contrasto alla criminalitá organizzata in quegli anni e sulla Codificazione penale del 1988 sottolineando l'efficacia di strumenti normativi e di una impalcatura legislativa fondamentale per il Paese e l'importanza di strutture specializzate come esempio la Dda ecc...che il mondo ci invidia. Apprezzamenti hanno ricevuto gli interventi previsti quali quelli di Dino Petralia, già capo Dap e Sottosegretario Generale e Movimento per la Giustizia Art.3 E.T.S e Cinzia Soffiantini, Giudice del Lavoro e Segretatia Anm di Palermo.Presenti le alte cariche militari e civili della città. 

Nessun commento:

Posta un commento