Il progetto consiste nella produzione di prototipi di pavimentazione stradale che serviranno a recuperare risorse idriche ed energia di tipo termico o meccanico. Le pavimentazioni saranno costruite e progettate attraverso tecnologie avanzate ad alto carattere di sostenibilità e improntate all’economia circolare”. In pratica, c’è la possibilità di recuperare l'energia proveniente dal passaggio e dal traino dei veicoli attraverso dei sensori posti sulla pavimentazione, in grado di trasformare l’energia meccanica in energia elettrica, mentre la pavimentazione drenante servirà a raccogliere l'acqua che poi passerà in appositi canali che la condurranno nei serbatoi.Alla presentazione del progetto, sperimentale, che durerà tre anni, ha partecipato anche Dario Lo Bosco, amministratore delegato di Italferr: “Si tratta di un progetto che rappresenta il fiore all’occhiello dell’ingegneria digitale, smart e sostenibile. Come Italferr, con la Tunisia abbiamo rapporti consolidati e con buone prospettive future per la modernizzazione delle linee ferroviarie 22 (Sousse-Mahdia) e 6 (Tunisi-Kasserine). Inoltre, abbiamo appena varato in India il primo ponte strallato ferroviario, lungo 725 metri per un’altezza di 196 metri. Un primato che conferma la leadership di Italferr nell’ingegneria mondiale”. A tal proposito, Lo Bosco non dimentica l’importanza del Ponte sullo Stretto “che può diventare una cerniera strategica per unire un grande territorio internazionale, non solo l’Europa”. Anche il vice-console della Tunisia a Palermo, Aymen Amti, ha sottolineato come questo progetto rappresenti una testimonianza importante della relazione privilegiata di cooperazione e partenariato tra Tunisia e Italia sia per scambi che per investimenti. Il partneriato CREER BIM-EC è composto da tre attori pubblici: oltre all’Università degli Studi di Palermo (UNIPA) come capofila, ci sono l’Université de Tunis El Manar e l’Agence Fonciere D’Habitation (AFH) che opera nel settore pubblico per lo sviluppo di aree residenziali in Tunisia. Inoltre, partecipano anche due attori privati: Respect Environment Group (REG), compagnia che opera nel campo del riciclaggio dei rifiuti da costruzione e nella realizzazione di opere di ingegneria civile, e Safety & Engineering (S&E) studio ingegneristico di progettazione di impianti per opere civili ed industriali. L’obiettivo è che il prototipo venga adottato come modello per opere stradali integrate in contesti di urbanizzazione sempre più ampi e in un numero crescente di progetti, passando dalla sperimentazione all’applicazione sistematica e sostenibile nel tempo. Magari anche in Sicilia.
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L’asfalto del futuro recupera acqua ed energia A Palazzo dei Normanni la presentazione del progetto. Capofila è l’Università di Palermo
Entro il 2026 a Tunisi verrà realizzato, utilizzando materiali riciclati, il primo prototipo al mondo di asfalto in grado di produrre energia elettrica. Si tratta del progetto Creer-Bim-Ec che vede coinvolta la Sicilia, con l'Università degli studi di Palermo, e la Tunisia, con l'Università El Manar di Tunisi. Il progetto è stato presentato oggi a Palazzo dei Normanni. “Si tratta di un progetto di cooperazione Interegg Next Italia-Tunisia - ha spiegato Gaetano Di Mino, professore del dipartimento di Ingegneria dell'Università di Palermo nonché responsabile scientifico del progetto - che è risultato vincitore di un bando competitivo finanziato per 1 milione e 200 mila euro dall’Unione Europea.
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