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Servizio idrico a Catania: rete vetusta, perdite record, depurazione scarsa e stallo politico per il gestore unico. UGL: “Così si rischia un disastro economico, ambientale e occupazionale”

Una situazione “paradossale e pericolosa” sia per la tenuta economica che per le ricadute ambientali e sociali. Le tariffe sono sempre più care e il servizio sempre più scadente. Il servizio idrico a Catania e provincia fa letteralmente acqua da tutte le parti.
È l’allarme della UGL di Catania.
“La rete idrica è ormai al collasso – dichiara Giovanni Musumeci, segretario territoriale della UGL di Catania – con perdite che si attestano attorno al 70%, un dato drammatico che da anni denunciamo senza che si registrino interventi strutturali. A fronte di questo spreco, le tariffe per i cittadini continuano a crescere, in un contesto aggravato dalla siccità che ormai è un problema atavico.
Il problema non è solo tecnico: è anche politico, perché assistiamo da mesi ad uno stallo sull’applicazione delle norme relative alla gestione unitaria del servizio, mentre si moltiplicano le preoccupazioni sulle prospettive future.”
“La transizione verso il gestore unico non può avvenire senza un piano serio di salvaguardia occupazionale - aggiunge il segretario provinciale della Federazione UGL Chimici, Carmelo Giuffrida -. Dietro ogni azienda idrica ci sono lavoratori con anni di esperienza, conoscenza del territorio e delle criticità locali. Mettere a rischio queste professionalità significa indebolire ulteriormente un sistema già fragile. Chiediamo garanzie chiare, tempi certi e investimenti concreti per il rinnovamento delle reti e degli impianti.”
Quella della UGL catania non è una voce isolata. Le recenti dichiarazioni del Commissario unico alla depurazione, Fabio Fatuzzo, sono un campanello d’allarme a proposito della solidità economica e organizzativa di quello che dovrebbe diventare il gestore unico, SIE.
“Solo alcuni piccoli Comuni sono già transitati in SIE – ricorda Musumeci – le società più importanti inizieranno il percorso di fusione soltanto a marzo 2026. Questo significa che, oltre al rischio concreto di perdere importanti finanziamenti per Catania e l’intera provincia, ci troveremo ad affrontare un lunghissimo periodo di incertezza. In particolare, temiamo che a tanti lavoratori non vengano riconosciuti livelli e qualifiche mentre i dipendenti stabilizzati dopo il 2021, rischiano di rimanere esclusi dal passaggio al nuovo gestore.”
A questi problemi va aggiunta anche una depurazione poco efficiente e costi elevati per i cittadini per pagare le infrazioni europee per il mancato adeguamento degli impianti alle normative vigenti.
La UGL di Catania e la UGL Chimici ribadiscono la necessità di una strategia urgente che metta al centro il diritto dei cittadini a un servizio efficiente e sostenibile, la tutela delle risorse idriche e la salvaguardia dell’occupazione. “Non possiamo permetterci di affrontare un’altra estate calda con gli stessi problemi di sempre – concludono Musumeci e Giuffrida –. È il momento di passare dalle parole ai fatti, prima che la crisi diventi irreversibile.”

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