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Omceo Palermo: Amato “Non si può parlare di moralità se mancano investimenti e visione”

“Le parole del presidente Zaia offendono chi ogni giorno garantisce assistenza in condizioni difficili. Parlare di moralità nella mobilità sanitaria è fuorviante se non si conoscono le cause reali. Senza contare che definire ‘immorale’ chi cerca cure altrove significa dimenticare le difficoltà di chi resta”. Con queste parole Toti Amato, il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, replica al governatore del Veneto Luca Zaia, che nei giorni scorsi ha commentato i flussi di pazienti siciliani verso le strutture del Nord. “Al di là di qualche padiglione di più recente costruzione, Palermo non vede la costruzione di un nuovo ospedale da decenni – prosegue Amato –. Questa è la misura di quanto la sanità siciliana sia rimasta indietro rispetto ai reali bisogni delle persone.
La medicina si è evoluta, ma le nostre strutture no. Abbiamo professionisti preparati e reparti che resistono più che funzionare. Il problema non è l’impegno di chi lavora, ma la mancanza di investimenti e di programmazione”. “Zaia dimentica che regioni come il Veneto e la Lombardia, così come altri Paesi esteri, beneficiano anche del contributo professionale e umano dei medici siciliani che lì trovano le condizioni per lavorare. La Sicilia, costretta per anni ai vincoli dei piani di rientro, ha dovuto ridurre la spesa in modo trasversale, sacrificando servizi e strutture. Il risultato è una sanità che, sul piano logistico e organizzativo, non può competere con quella del Nord”. Amato richiama poi il nodo delle risorse. “Continuare a ripartire i fondi solo in base al numero degli abitanti è ingiusto. In Sicilia l’età media è più alta e la popolazione più fragile: servono criteri che tengano conto della reale domanda di salute. Finché non lo si farà, la nostra regione resterà costretta a inseguire”. “Ogni anno la Sicilia destina risorse ingenti per consentire ai cittadini di curarsi fuori dall’Isola. Dietro quei numeri ci sono persone, non statistiche. Sono famiglie in viaggio e professionisti costretti a partire. Serve una riforma – conclude il presidente - che restituisca dignità al sistema sanitario, con ospedali moderni, tecnologie adeguate e opportunità capaci di trattenere chi cura e chi si fa curare”.

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