(dopo il rinvio nell'ottobre 2023 della Cassazione ad un "appello bis" ) gli alti funzionari e Dirigenti della Polizia Renato Cortese attualmente Direttore Centrale della Polizia Stradale, Ferroviaria e dei Reparti Speciali e già Questore di Palermo, Maurizio Improta, Francesco Stampacchia, Luca Armeni e Vincenzo Tramma. L'accusa è di sequestro di persona in relazione a irregolarità nelle procedure di espulsione di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako di Mukhtar Ablyazov espulsa nel 2013 insieme alla figlia Alua, di 6 anni. Mentre è stata riformata la parte relativa all'interdizione dai pubblici uffici che da perpetua diventa di 5 anni.
Per i servitori dello Stato il sostituto procuratore generale della Corte d'appello di Firenze, Luigi Bocciolini aveva chiesto nelle precedenti udienze l'assoluzione. perché "il fatto non sussiste". Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni e da quel momento sarà possibile per i legali degli imputati proporre ricorso.
Tra le prime reazioni alla notizia si registra quella del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi: "Pur nel rispetto sempre dovuto alle decisioni giudiziarie, sento di esprimere la mia vicinanza personale ai cinque dirigenti della polizia condannati nel caso Shalabayeva. È una vicenda estremamente complessa, come dimostrare sia la pronuncia della Corte di Appello di Perugia sia la richiesta di assoluzione del pg di Firenze, con esiti inaspettati - sottolinea il titolare del Viminale. Tutto questo a conferma di quanto sia difficile, per chi lavora per la sicurezza dei cittadini, svolgere i compiti e corrispondere alle attese senza rischiare personalmente. Rimane il fatto che sono stati condannati servitori dello Stato con un curriculum importante e una vita trascorsa a lavorare per affermare i principi di legalità e giustizia Per questo, la mia speranza è che nell'ultimo grado di giudizio possano essere assolti da ogni accusa".
Stupore e amarezza sono stati espressi per l'Associazione nazionale funzionari della Polizia di Stato dal segretario nazionale Enzo Letizia : "Una decisione che desta ancor più sorpresa alla luce della richiesta di assoluzione avanzata dalla Procura generale di Firenze, perché il fatto non sussiste. I funzionari coinvolti agirono in un contesto operativo complesso, attenendosi alle procedure vigenti e alle informazioni allora disponibili, nell'esclusivo adempimento dei loro doveri istituzionali, tanto che è la stessa Procura ad affermare che l'estradizione fu eseguita in modo legale. L'Anfp rinnova la propria vicinanza ai funzionari coinvolti, confidando che la successiva impugnazione possa ripristinare piena chiarezza e ristabilire la verità dei fatti, riaffermando i principi di legalità e di tutela di chi serve lo Stato con lealtà, professionalità e dedizione".
La vicende prese l'avvio tra il 28 e 29 maggio 2013 quando Alma Shalabayeva produsse durante la perquisizione nella abitazione sua e del marito (il dissidente kazako Muktar Ablyazov), a Casalpalocco, un passaporto della Repubblica Centroafricana falso. La donna era stata accompagnata dalla Digos presso l'ufficio immigrazione per essere identificata.
Due giorni dopo, firmata l'espulsione, sono state rimpatriate. La donna e la figlia sono poi tornate in Italia e a Shalabayeva nell’aprile 2014 è stato riconosciuto l'asilo politico. All’epoca dei fatti, Cortese era dirigente della Squadra mobile di Roma e Improta a capo dell’Ufficio immigrazione. Armeni, Stampacchia e Tramma erano loro collaboratori.
Due giorni dopo, firmata l'espulsione, sono state rimpatriate. La donna e la figlia sono poi tornate in Italia e a Shalabayeva nell’aprile 2014 è stato riconosciuto l'asilo politico. All’epoca dei fatti, Cortese era dirigente della Squadra mobile di Roma e Improta a capo dell’Ufficio immigrazione. Armeni, Stampacchia e Tramma erano loro collaboratori.
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