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L’Ente Bilaterale Turismo Sicilia ha celebrato i 30 anni dalla propria costituzione. La proposta di creare un osservatorio delle competenze.

Trent’anni di Ente Bilaterale del Turismo siciliano sono stati ricordati a Palermo con un convegno che si è tenuto nella Sala Basile di Villa Igiea. Davanti a una platea composta da rappresentanti delle associazioni datoriali, delle organizzazioni sindacali, delle istituzioni regionali e da molti colleghi che in questi anni hanno condiviso il percorso dell’ente, il presidente dell’EBRTS, Stefano Spitalieri segretario generale della Fisascat Cisl regionale ha ripercorso le tappe principali di questa storia comune ricordando anche la scomparsa di Nicola Farruggio, past president alla guida di Federalberghi prematuramente scomparso nel gennaio scorso e i tanti colleghi che hanno contribuito alla nascita e alla crescita dello stesso. «Trent’anni fa – ha ricordato il presidente – la bilateralità nel turismo era una scommessa.
Oggi è un’infrastruttura sociale e professionale senza la quale faticheremmo a immaginare la crescita del settore in Sicilia. In questi tre decenni abbiamo accompagnato cambiamenti profondi, economici, tecnologici e culturali, rimanendo sempre fedeli alla nostra missione: mettere al centro la persona che lavora e l’impresa che investe.»
Di fronte ad un turismo che cambia velocemente e con una domanda sempre più frammentata ed esigente, la scommessa è quella di coprire tutte le competenze necessarie ma anche cercare di allungare la stagionalità. Un lavoro da fare all’interno dell’Ente dove le associazioni datoriali e quelle sindacali siedono allo stesso tavolo.
«Il turismo è uno dei motori principali dell’economia siciliana – ha ricordato – ma resta un settore fragile, esposto alla stagionalità, ai cambiamenti dei flussi e alle crisi internazionali. Non basta più raccontare i numeri a consuntivo: dobbiamo essere in grado di anticipare i cambiamenti.»
Da qui la necessità della creazione di un Osservatorio con l’obiettivo di mettere a sistema i dati su flussi turistici, occupazione, tipologie di contratto, competenze richieste, andamento della stagionalità e bisogni formativi, in modo da offrire una fotografia continua e aggiornata del turismo in Sicilia. Uno strumento non solo descrittivo, ma operativo.
«Imprese e lavoratori – ha sottolineato il presidente – ci chiedono di essere un punto di riferimento. Avere dati affidabili e condivisi significa programmare meglio i corsi di formazione, sapere quali profili professionali serviranno tra uno, tre, cinque anni, capire dove intervenire con misure di sostegno nei periodi di bassa stagione, orientare le politiche pubbliche e il welfare bilaterale.»
Nel suo intervento, il presidente ha ricordato come il turismo siciliano stia cambiando: accanto alle grandi città d’arte e alle località balneari, crescono il turismo esperienziale, enogastronomico, slow e dei borghi, mentre i viaggiatori chiedono servizi più qualificati, sostenibilità e uso intelligente delle tecnologie digitali.
«Se vogliamo che la Sicilia resti competitiva nel Mediterraneo – ha aggiunto – dobbiamo conoscere bene dove stiamo andando: quali mercati crescono, quali segmenti si sviluppano, quali competenze mancano nelle nostre aziende. È qui che un Osservatorio condiviso tra parti sociali e istituzioni può fare la differenza.»

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