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Inaugurato il Presepe d’InCanto 2025. Un’opera che attraverso la tecnologia dà voce alle madri e ai bambini vittime della guerra

PETRALIA SOPRANA
Ci sono luoghi dove il silenzio non è assenza, ma presenza viva: scandisce il tempo, custodisce la memoria e accende il pensiero. Petralia Soprana è uno di questi luoghi. Un borgo che resiste, come una montagna, ai frastuoni del mondo contemporaneo e che, ancora una volta, ha scelto la cultura come strumento per interrogare il presente, tenere unita la comunità e dare voce anche a ciò che spesso resta indicibile.
Con questo spirito, venerdì 20 dicembre, è stata inaugurata la 17^ edizione del Presepe d’InCanto – Petralia Soprana Experience, presso l’Aula Polifunzionale di Corso Umberto I. Un evento che si conferma non come semplice intrattenimento natalizio, ma come un’opera culturale capace di dialogare con il tempo che stiamo vivendo.

L’edizione 2025 è profondamente segnata dal momento storico attuale, attraversato dai conflitti e dalla guerra, e pone al centro una riflessione intensa e necessaria sul dolore innocente: quello dei bambini che perdono la vita a causa della violenza e quello delle madri che restano sole, private dei figli e costrette a portare un’assenza che non trova parole. Un dolore universale, che supera i confini geografici e culturali e che il Presepe d’InCanto sceglie di evocare non con immagini urlate, ma attraverso il linguaggio del silenzio, della luce e dell’attesa.

L’inaugurazione ha aperto le porte a un’esperienza immersiva che invita a rallentare e ad ascoltare. La Natività diventa così simbolo fragile e potentissimo della vita minacciata, dell’infanzia violata e della maternità ferita, trasformando il presepe in uno spazio di meditazione collettiva sul valore della pace e sulla responsabilità umana di custodire la vita.

Ideato nel 2008 da Leonardo Bruno e Don Calogero La Placa, il Presepe d’InCanto continua a distinguersi per la sua visione contemporanea: non una rappresentazione statica, ma un racconto che utilizza videomapping, intelligenza artificiale e realtà aumentata come strumenti narrativi al servizio del territorio e del pensiero. Una tecnologia che non fa rumore, ma accompagna lo sguardo e amplifica il significato, lasciando emergere emozioni profonde e domande irrisolte.

«In questa edizione il Presepe d’InCanto si confronta con il dolore del nostro tempo» ha dichiarato Leonardo Bruno, ideatore e direttore artistico dell’evento. «Abbiamo sentito il bisogno di parlare delle madri che perdono i figli a causa della guerra, dei bambini strappati alla vita, delle famiglie spezzate. È un presepe che nasce dal silenzio e che al silenzio ritorna, perché solo lì il dolore può essere ascoltato e la bellezza può diventare un atto di consapevolezza e di pace».

Anche il sindaco Pietro Macaluso ha sottolineato il valore civile e simbolico dell’opera: «Il Presepe d’InCanto non è soltanto un evento natalizio, ma un messaggio forte e attuale. Attraverso l’arte, la luce e il silenzio, questa edizione ci invita a riflettere sul dramma della guerra e sul dolore delle madri e dei bambini innocenti. È la dimostrazione di come la cultura possa aiutare una comunità a interrogarsi, a crescere e a mantenere viva la propria umanità».

L’opera è frutto di un lavoro corale: la direzione artistica e la video art sono curate da Leonardo Bruno; le sculture, ispirate alla tradizione serpottiana, sono di Pier Luca Trapani; le scenografie portano la firma di Santino Alleri; fotografia e grafica sono di Damiano Macaluso; testi e voce narrante sono di Santi Cicardo, co-regista insieme a Bruno. In scena anche l’attrice Bianca Librizzi.

Il Presepe d’InCanto è organizzato dall’Associazione Cittadinanza Attiva Petralia Soprana, con il patrocinio del Comune di Petralia Soprana e dell’Assessorato Sport, Turismo e Spettacolo della Regione Siciliana, in collaborazione con MadArt, Visit Petralia Soprana e Associazione Pro Loco.

Il Presepe d’InCanto sarà visitabile fino al 6 gennaio 2026.

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