L’edizione 2025 è profondamente segnata dal momento storico attuale, attraversato dai conflitti e dalla guerra, e pone al centro una riflessione intensa e necessaria sul dolore innocente: quello dei bambini che perdono la vita a causa della violenza e quello delle madri che restano sole, private dei figli e costrette a portare un’assenza che non trova parole. Un dolore universale, che supera i confini geografici e culturali e che il Presepe d’InCanto sceglie di evocare non con immagini urlate, ma attraverso il linguaggio del silenzio, della luce e dell’attesa.
L’inaugurazione ha aperto le porte a un’esperienza immersiva che invita a rallentare e ad ascoltare. La Natività diventa così simbolo fragile e potentissimo della vita minacciata, dell’infanzia violata e della maternità ferita, trasformando il presepe in uno spazio di meditazione collettiva sul valore della pace e sulla responsabilità umana di custodire la vita.
Ideato nel 2008 da Leonardo Bruno e Don Calogero La Placa, il Presepe d’InCanto continua a distinguersi per la sua visione contemporanea: non una rappresentazione statica, ma un racconto che utilizza videomapping, intelligenza artificiale e realtà aumentata come strumenti narrativi al servizio del territorio e del pensiero. Una tecnologia che non fa rumore, ma accompagna lo sguardo e amplifica il significato, lasciando emergere emozioni profonde e domande irrisolte.
«In questa edizione il Presepe d’InCanto si confronta con il dolore del nostro tempo» ha dichiarato Leonardo Bruno, ideatore e direttore artistico dell’evento. «Abbiamo sentito il bisogno di parlare delle madri che perdono i figli a causa della guerra, dei bambini strappati alla vita, delle famiglie spezzate. È un presepe che nasce dal silenzio e che al silenzio ritorna, perché solo lì il dolore può essere ascoltato e la bellezza può diventare un atto di consapevolezza e di pace».
Anche il sindaco Pietro Macaluso ha sottolineato il valore civile e simbolico dell’opera: «Il Presepe d’InCanto non è soltanto un evento natalizio, ma un messaggio forte e attuale. Attraverso l’arte, la luce e il silenzio, questa edizione ci invita a riflettere sul dramma della guerra e sul dolore delle madri e dei bambini innocenti. È la dimostrazione di come la cultura possa aiutare una comunità a interrogarsi, a crescere e a mantenere viva la propria umanità».L’opera è frutto di un lavoro corale: la direzione artistica e la video art sono curate da Leonardo Bruno; le sculture, ispirate alla tradizione serpottiana, sono di Pier Luca Trapani; le scenografie portano la firma di Santino Alleri; fotografia e grafica sono di Damiano Macaluso; testi e voce narrante sono di Santi Cicardo, co-regista insieme a Bruno. In scena anche l’attrice Bianca Librizzi.
Il Presepe d’InCanto è organizzato dall’Associazione Cittadinanza Attiva Petralia Soprana, con il patrocinio del Comune di Petralia Soprana e dell’Assessorato Sport, Turismo e Spettacolo della Regione Siciliana, in collaborazione con MadArt, Visit Petralia Soprana e Associazione Pro Loco.
Il Presepe d’InCanto sarà visitabile fino al 6 gennaio 2026.


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