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INFANZIA E ADOLESCENZA. Ieri a Palermo Stati Generali con 170 organizzazioni e 400 persone. "Ottimo avvio di un dialogo per un Piano condiviso e collettivo"

Un teatro stracolmo con oltre 400 persone, energia palpabile e la voglia di essere determinanti nelle politiche per l’infanzia, l’adolescenza e i giovani a Palermo. Ieri pomeriggio, nella parrocchia San Filippo Neri allo ZEN, organizzazioni della società civile, Terzo Settore, parrocchie, scuole e cittadini hanno dato vita agli "Stati Generali per l'infanzia, l'adolescenza e le Politiche Giovanili".
Dopo i recenti fatti di cronaca e i dati allarmanti sulla qualità della vita che collocano Palermo agli ultimi posti della classifica nazionale proprio per quanto riguarda servizi e opportunità per i più giovani, l’incontro ha voluto trasformare la preoccupazione in riflessione collettiva, la rabbia in proposta.
Al documento continuano intanto ad aggiungersi nuovi firmatari: sindacati, associazioni, cooperative, parrocchie e singoli sono già più di 170. La scelta dello ZEN è stato un segnale politico: "Vogliamo che ogni quartiere non sia più una periferia, ma il 'centro' di un cammino inclusivo - hanno spiegato gli organizzatori - per intervenire su impoverimento e ghettizzazione”.
Un'urgenza confermata dalle classifiche che pongono Palermo in fondo alla graduatoria, specialmente per minori, con numeri allarmanti su abbandono scolastico e scarse opportunità. Dati che per gli organizzatori "non sono solo statistiche: sono vite sospese, futuri interrotti, porte chiuse, cui occorre rispondere con pari opportunità di apprendimento, cultura, sport e socialità è un impegno che riguarda l'intera comunità.”. Moderato da don Enzo Volpe, l’incontro è stato un susseguirsi di voci in una rara unità di intenti. "Ci hanno convocati qui i bambini e i ragazzi, troppo spesso invisibili", è stato detto, sottolineando l’auspicio di fare della co-programmazione e co-progettazione il metodo condiviso per tutti gli attori che lavorano per i giovani. Fra i rappresentanti istituzionali presenti, anche l'arcivescovo Corrado Lorefice ha richiamato i valori costituzionali e la responsabilità collettiva: "Palermo sta emettendo il vagito della sua nuova rinascita. Oggi ci siamo riappropriati della democrazia partecipativa, senza la quale quella rappresentativa rischia di essere un ghetto distratto". Un concetto ripreso da molti degli oltre 30 interventi, con un appello a una "lotta quotidiana contro la mafia del malaffare e della mala politica". Al centro dell'incontro, la presentazione di un documento programmatico che delinea proposte operative: Poli Educativi Territoriali, finanziamento strutturale contro la povertà educativa, integrazione scuola-Terzo Settore, rafforzamento dell'istruzione professionale, piani per l'occupabilità giovanile e partecipazione reale dei giovani. È stato ribadito che ogni risorsa specifica deve essere destinata al Piano Comunale Infanzia Adolescenza e Politiche Giovanili, e non a spese ordinarie. I trasferimenti devono finanziare attività necessarie per colmare il gap con il resto del paese. Ai giovani e alle giovani di Palermo, e solo a loro, devono andare i fondi specifici del PON Metro plus, del Fondo per l'Infanzia e l'Adolescenza (ex 285) e del Fondo nazionale per le politiche sociali. È stata definita una road-map immediata: formazione di gruppi di lavoro tematici e un coordinamento snello, in vista di un nuovo plenario già fissato per gennaio. Un ringraziamento è stato a tutte le Istituzioni presenti che hanno mostrato voglia di confronto e ascolto. Alla Prefettura, che si è detta disponibile a ospitare il tavolo di coordinamento, è stato rivolto un particolare apprezzamento “per una opportunità che garantisce autorevolezza e continuità al percorso.”. L'auspicio finale è che questo metodo di co-programmazione porti in tempi brevi a un risultato tangibile. L’impegno comune è lavorare per giungere, entro fine marzo 2026, all'adozione di un Piano Comunale operativo, monitorato e condiviso. Un percorso in cui le realtà del territorio rivendicano un ruolo da professionisti esperti, portatori di competenze indispensabili per rispondere ai bisogni delle comunità.

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