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Premio Internazionale Padre Pino Puglisi: vent’anni di speranza e umanità portati sul palco nel segno della pace.

Equità e umanità: sono i valori che emergono dalla celebrazione della 20° edizione del Premio Internazionale Padre Pino Puglisi promosso dall’Arcidiocesi di Palermo e dall’Associazione Giovani 2017 3P, con il patrocinio del Ministro per lo Sport e i Giovani e del Comune di Palermo. Una sala del Teatro Politeama Garibaldi gremita e benevolmente rapita dal racconto delle storie intense che sono emerse dal dialogo che i conduttori della serata, il vicedirettore nazionale della Tgr RAI Roberto Gueli e la collega RAI Tiziana Martorana, hanno intessuto con le otto personalità premiate in questa edizione 2025. “Anche quest’anno personalità di calibro, ma personalità molto umili che vivono bene la loro vita promuovendo la dignità dell’uomo, specialmente dei più piccoli”, è il commento di padre Garau, ideatore di un premio nato per dare dignità alla figura e al valore dell’uomo e del sacerdote padre Pino Puglisi. Un evento annuale che dieci anni fa ha accolto Mons. Corrado Lorefice appena arrivato in città e di cui, da allora, l’Arcidiocesi se ne fa promotrice: “È stato, subito dopo la celebrazione dell’Immacolata, - racconta l’arcivescovo - il primo abbraccio che ho avuto dalla nostra Chiesa e dalla nostra città, ma soprattutto nel nome di Pino Puglisi. Credo che oggi possiamo avere anche la gioia di un ventennio di compagnia del Premio Internazionale Pino Puglisi, che ogni anno ci accompagna e ci fa alzare lo sguardo verso quanti, come lui, portano realmente avanti un impegno, una testimonianza, ma soprattutto una vita dedita ai più fragili, ai più emarginati”. Un ventennio che celebra l’avvio della riqualificazione delle periferie in città, e in particolare del quartiere Borgo Nuovo che beneficia della guida e del sostegno di padre Garau. “È una coincidenza interessante, bella, significativa, quella che il ventesimo del premio intestato a padre Pino Puglisi coincida con un impegno sinergico delle istituzioni a favore del quartiere Borgo Nuovo, dove padre Garau, organizzatore del Premio, è anima continuativamente impegnata nella valorizzazione e nel miglioramento del quartiere”, ha commentato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. La presenza inoltre, durante la cerimonia, del Ministro Andrea Abodi ne dà concretezza: “Occorre contrastare quel senso di rassegnazione che rischia di consegnare definitivamente alcune aree della città, delle nostre città, delle nostre periferie, alla criminalità organizzata e all’antistato. - commenta - È possibile reagire, è possibile dare speranza, ripristinare un meccanismo di fiducia realizzando le cose delle quali le persone hanno bisogno. Una presenza dello Stato che non è soltanto garantita dalle divise, dalle persone, uomini e donne, che comunque garantiscono la sicurezza, ma anche da una progettualità che restituisce umanità ai luoghi”.




A chi resiste al cinismo, a chi non distoglie lo sguardo, a chi crede ancora nell’umanità è stato così il tema di quest’anno attraverso il quale la giuria, presieduta dall’arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice e formata da Roberto Gueli, Rolando Caruso, Vincenzo Bagarello, Ignazio Garsia, don Antonio Garau, Vito Lo Scrudato, Franca Barone e Gemma Ocello, ha scelto gli otto premiati. La procuratrice Claudia Caramanna per il coraggio e la determinazione con cui, nonostante le intimidazioni, si adopera per affiancare all’azione repressiva quella preventiva, offrendo ai minori e alle loro madri un’opportunità di allontanamento dai contesti criminali; Debora Castrogiovanni, senologa del Dipartimento Oncologico della clinica La Maddalena di Palermo, per la dedizione con cui si prende cura delle donne con attenzione umana e professionale, offrendo ascolto, sostegno e presenza; don Antonio Coluccia, sacerdote salentino, per l’azione di contrasto allo spaccio e alla criminalità attraverso atti e iniziative di cittadinanza evangelica attiva; la giornalista inviata di guerra della RAI Lucia Goracci per la caparbia determinazione a raggiungere e raccontare l’essere umano laddove la sua dignità viene più drammaticamente calpestata; Maoz Inon e Aziz Abu Sarah, un israeliano e un palestinese, nati su due fronti diversi e che hanno perso familiari nel conflitto, hanno creato una rete mondiale nel nome della pace; Gianluca Pecchini, CEO della Nazionale Cantanti, per la passione, l’energia e la determinazione con cui si prodiga per rendere la popolarità uno strumento concreto di solidarietà economica e sociale. E tra i premiati anche una realtà, quella della Società Italiana di Cure Palliative che da anni promuove e tutela il diritto al rispetto e alla dignità in un momento dell’esistenza in cui questi valori possono essere più fragili. È stato il coordinatore regionale della S.I.C.P. Roberto Garofalo a ritirare il premio. Premiato anche un costruttore di pace, il card. Pierbattista Pizzaballa, il Patriarca Latino di Gerusalemme, noto per il suo impegno in Terra Santa e le sue chiare posizioni sulla pace, la giustizia e il dialogo interreligioso. È stato Mons. Lorefice a condividere durante la cerimonia la lettera inviata dal Patriarca: “Ringrazio e accetto ben volentieri questo riconoscimento - scrive il Patriarca nella lettera inviata all’arcivescovo di Palermo - che interpreto come dato alla nostra comunità cristiana in Terra Santa per la sua resilienza e la sua fede”.




Ad arricchire emotivamente l’atmosfera anche la presenza di grandi artiste che si sono esibite sul palco, Daria Biancardi e Karima, assieme all’Orchestra Jazz Siciliana-The Brass Group diretta da Domenico Riina e al pianista Piero Frassi; a regalare momenti di pura ilarità siciliana l’esuberante Sasà Salvaggio. Una serata intensa e partecipata, resa possibile anche grazie ad una costruzione artistica e narrativa capace di tenere insieme spiritualità, impegno civile e linguaggi contemporanei. La direzione artistica e la regia di Francesco Panasci, che da oltre dodici anni accompagna e guida il Premio Internazionale Padre Pino Puglisi, hanno dato forma a un racconto coerente e profondo, restituendo al pubblico il senso di un cammino collettivo che continua nel tempo.






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