Ma c’è di più. Sarebbe un’occasione per un intervento che porterebbe a ridurre i costi dei trasporto da e per la Sicilia, vedendo il Pil regionale aumentare del 7 per cento circa in 7 anni. Praticamente, 6 miliardi. Oggi, infatti, il Pil pro capite siciliano (18.300 euro) resta ben al di sotto della media nazionale (30.100 euro), così come il suo tasso di occupazione che insieme a quello della Calabria continuano ad essere tra i più bassi in Europa. «Numeri – sottolinea Confapi Sicilia – che confermano che il vero freno allo sviluppo è la disconnessione infrastrutturale. Il Ponte significherebbe integrazione logistica, attrazione di investimenti, più occupazione qualificata e nuove opportunità per le nostre Pmi». Una regione, la Sicilia, che deve comunque fare i conti con la mancanza di collegamenti stabili che la rallentano e la rendono ancora più insulare. «Per le nostre PMI ridurre i costi di attraversamento dello Stretto non è un dettaglio – afferma Dhebora Mirabelli, presidente Confapi Sicilia - è crescita, occupazione e competitività. Il ponte è un investimento che trasforma un limite geografico in opportunità industriale per la Sicilia. Un’opera non solo ingegneristica ma anche un simbolo di coesione e di modernità, il cui valore strategico è stato evidenziato proprio oggi dal presidente nazionale, Cristian Camisa, che ha colto e trasmesso le positive ricadute per tutto il sistema produttivo ed economico del Paese».
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Ponte sullo Stretto. Per Confapi da considerare un volano per sviluppo economico del Paese
“Il Ponte sullo Stretto? Un volano per lo sviluppo del Paese, ma anche un’occasione per migliorare la mobilità e gli scambi commerciali e turistici”. Lo sostiene Confapi, la Confederazione Italiana delle Piccole e Medie Industrie Private italiane, in una nota che punta a sottolineare i risvolti positivi che avrebbe la sua realizzazione intanto attraverso la creazione di posti di lavoro e di investimenti. «Si tratterebbe di un’infrastruttura importante che rappresenterebbe un motore di crescita per le imprese - scrive Confapi - capace di stimolare le filiere produttive dando lavoro a numerose Pmi industriali, attrarre nuovi capitali e creare occupazione qualificata in un momento molto difficile della nostra economia. Pur non entrando in polemiche di carattere politico e tecnico, ci auguriamo che si arrivi quanto prima all’avvio dei lavori di un’opera che riteniamo prioritaria per il futuro dell’Italia».

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