Arrestati 4 agenti del Corpo Forestale


E' questa l'accusa contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare che la Squadra mobile di Palermo sta notificando a cinque persone, un imprenditore edile e quattro appartenenti al Corpo Forestale della Regione Siciliana in servizio presso il distaccamento di Bagheria. Nel provvedimento, emesso dal Gip Angela Gerardi su richiesta della Procura di Palermo, si ipotizzano i reati di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, omessa denuncia ed abuso d'ufficio. L'operazione scaturisce da una indagine più complessa svolta tra il 2011 ed il 2012 dalla Squadra Mobile di Palermo in collaborazione con quella di Agrigento relativa agli assetti mafiosi dell'area orientale della provincia. In una vicenda che presentava le
caratteristiche classiche dell'estorsione è emerso il coinvolgimento di un rappresentante del Corpo Forestale. Le indagini hanno fatto emergere come un gruppo di appartenenti al distaccamento di Bagheria avrebbe acquisito benefici economici personali, attraverso pratiche di fatto estorsive. Gli investigatori avrebbero accertato numerosi episodi di corruzione che tendevano a favorire imprenditori compiacenti. Secondo gli inquirenti l'attività illecita sarebbe stata pianificata con modalità tipiche delle organizzazioni criminali, con notevoli pressioni di carattere psicologico. Le indagini hanno infine registrato come gli imprenditori considerassero gli operatori della forestale come soggetti privi di dignità e di ogni limite, a causa delle loro continue pretese.
Per chiudere un occhio sulle irregolarità avrebbero preteso cinquecento euro. Sembrava un classico episodio di estorsione. Ed, invece, sarebbe emerso un giro di corruzione e tangenti. Cinque persone sono state arrestate dalla sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di Palermo. Si tratta di quattro agenti del Corpo forestale della Regione siciliana, impiegati nel distaccamento di Bagheria: Pietro Rammacca, 50 anni, e Rosario Spataro, di 49, sono in cella; Domenico Bruno, 49 anni, e Giovanni Fontana, di 51, ai domiciliari. Arresti in casa anche per un imprenditore edile di Ventimiglia di Sicilia, Rosario Azzarello.
Angela Gerardi su richiesta del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dei pubblici ministeri Alessandro Picchi e Caterina Malagoli.
Il presunto giro di corruzione è venuto a galla mentre i poliziotti indagavano, tra il 2011 e il 2012, sui nuovi assetti mafiosi in una grossa fetta della provincia palermitana. In particolare, nella zona di Termini Imerese.
Le attenzioni si sono concentrate all'inizio soltanto su un un pubblico ufficiale. Poi, via via, sarebbe venuto a galla il coinvolgimento degli altri tre. Sarebbe emerso quello che gli investigatori definiscono “un sistema con le modalità tipiche delle associazioni criminali”. Dietro il pagamento di somme di denaro i pubblici ufficiali avrebbero chiuso un occhio su abusi edilizi e reati ambientali. Da qui l'accusa di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, omessa denuncia e abuso d'ufficio. Dalle indagini sarebbe emerso il profondo risentimento degli imprenditori nei confronti degli uomini della Forestale. Li consideravano avidi e “senza dignità”. Non si accontentavano del regalo per le festività, ma avrebbero preteso tangenti più sostanziose. Spesso, però, erano gli stessi imprenditori a rivolgersi agli agenti per evitare i controlli. Ecco perché le indagini sembrano destinate a coinvolgere altre persone
(GDS)

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