Condannato il Miur ad assumere 20 assistenti tecnici. Nadia Spallitta (Leu): “Sospiro di sollievo per i miei assistiti. Passo avanti nella battaglia contro il precariato di Stato”.

Finisce l’incubo della disoccupazione per circa 20 dipendenti della scuola ed assistenti tecnici, vincitori di concorso da circa 15 anni e tuttavia precari, con il rischio di non poter svolgere neanche supplenze (a causa della legge sulla buona scuola). Dopo un contenzioso di circa sei anni, il tribunale di Palermo, sezione lavoro, ha riconosciuto il diritto di immissione di ruolo di questi precari con decorrenza dal 2008, con onore sugli arretrati e alla ricostruzione giuridica ed economica della carriera. Oggi la Corte d’Appello, nel dichiarare improcedibile il ricorso proposto dal Miur, conferma in via definitiva la decisione di primo grado e quindi l’assunzione nei ruoli dello Stato con contratto a tempo indeterminato. Anche se il risultato è stato raggiunto per un vizio procedurale, tuttavia non posso che essere contenta per i miei assistiti, che hanno faticosamente conquistato la loro occupazione lavorativa, prima superando un concorso e poi prestando attività per anni da precari per la scuola. Spero di riuscire a far mutare, anche per gli altri ricorsi in itinere, l’indirizzo prevalente della Corte d’Appello di Palermo che fino ad oggi ha negato il diritto all’imissione di ruolo. A Palermo, unico caso in Italia, le graduatorie ad esaurimento non sono state utilizzate, dal 2008 non sono state fatte assunzioni e si è proceduto solo con supplenze annuali. A mio avviso è ipotizzabile e su questo ci stiamo lavorando, una azione di risarcimento danni, nei confronti degli uffici regionali e provinciali, che hanno sostanzialmente congelato le graduatorie e hanno tuttavia utilizzato lo stesso personale delle graduatorie con contratti a termine. Nel frattempo, mi rallegra la circostanza che almeno 20 tra questi precari possono tirare un sospiro di sollievo e sentirsi finalmente parte della scuola e immaginare anche una prospettiva di vita futura fondata finalmente sul lavoro stabile.

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