“La strage di via Pipitone Federico, con un'autobomba che segue all'eccidio di Ciaculli del 1963 e precede le terribili stragi del 1992, ha contribuito a manifestare la violenza del sistema di potere politico-affaristico-mafioso. Rocco Chinnici resta nella storia della magistratura italiana ma anche della cultura del diritto. La sua intuizione del lavoro in pool dei magistrati antimafia, nonostante i tanti ostacoli, e la sua frequente presenza nelle scuole costituiscono pietre miliari del cammino di resistenza anche culturale e di liberazione del nostro paese nei riguardi della mafia.
Fare memoria di quella terribile strage è atto di solidarietà nei confronti dei familiari di tutte le vittime e quindi anche Mario Trapassi, Salvatore Bartolotta e Stefano Li Sacchi, ma interpella anche la coscienza di tutti noi a tenere alta la guardia e a considerare sempre in agguato il pericolo che la mafia assurga a sistema dominante, infiltrandosi nel gangli vitali dello Stato, e compromettendo libertà, democrazia e valori costituzionali del nostro paese”. Lo ha dichiarato il sindaco, Leoluca Orlando, oggi presente alla commemorazione del 38° anniversario dell’attentato mafioso di via Pipitone Federico in cui persero la vita il magistrato Rocco Chinnici, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato dell’Arma, Salvatore Bartolotta, il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi e diverse persone, tra civili ed agenti della scorta, rimasero ferite.
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