37 anni fa veniva ucciso il capo della Catturandi Beppe Montana. Sindaco Lagalla: "Il suo lavoro e la passione siano da esempio"

Trentasette anni fa veniva ucciso il capo della Catturandi, il poliziotto Beppe Montana. Agrigentino di nascita, cresciuto a Catania dove si era laureato in Giurisprudenza, entrato in polizia approdò a Palermo. "Serpico" questo era il suo soprannome, è stato ucciso nella rimessa di barche nel porto di Porticello la sera del 28 luglio del 1985 dopo esser rientrato da una giornata in barca con gli amici e la fidanzata Assia. Lui amava quei luoghi e al tempo stesso ne aveva imparato a conoscerne il territorio e chi lo abitava. Pochi giorni prima era il il 24 luglio lui e i suoi uomini della Catturandi avevano fatto irruzione in una villa di Bonfornello e arrestato otto persone, fra cui uomini vicini ai Greco e a Luciano Liggio.
Ma negli anni precedenti aveva scoperto anche un arsenale a San Ciro Maredolce e nel 1984 la sua squadra aveva arrestato il boss Masino Spadaro. Droga, armi controllo del territorio tutto questo studiava "Serpico" ( così lo chiamavano i suoi uomini della Catturandi) e cercava di capirne gli aspetti più nascosti, di un fenomeno come la mafia, di cui pochi parlavano ma che in poco tempo se ne erano conosciuti gli effetti, tantissime le vittime e tanto sangue era stato già versato. Ogni anno la Polizia di Palermo lo ricorda con la deposizione di una corona sulla stele realizzata nel 2018 sul luogo dell'agguato. e un ricordo ha espresso anche il sindaco di Palermo:"Grande tenacia, determinazione e coraggio si legano al ricordo del commissario della Polizia di Stato Beppe Montana, investigatore impegnato nella lotta alla mafia e nell’individuazione di pericolosi criminali che hanno fatto parte di Cosa nostra. Mi auguro che la passione per il suo lavoro e lo spiccato senso dello Stato, che hanno contraddistinto il suo operato, possano continuare a essere d’esempio".

Nessun commento:

Posta un commento