Scatta l'interdittiva antimafia del prefetto alla gioielleria Mineo, revocata la licenza. Colpite altre due aziende


Sono tre i provvedimenti interdittivi emanati dal prefetto di Palermo, Antonella De Miro dopo l'operazione del comando provinciale dei carabinieri di Palermo denominata "Cupola 2.0" con la quale sono stati arrestati fin ora 48 persone tra cui Settimo Mineo sarebbe stato lui l'erede di Riina al posto di comando della nuova Commissione provinciale di Cosa nostra.


Il primo provvedimento riguarda la "Mineo Gioielli" di corso Tukory intestata al nipote di Mineo, u porterà alla revoca della licenza è stato emesso visto che dalle indagini dei carabinieri è emerso che l’esercizio commerciale sarebbe risultato base operativa di Mineo e luogo di frequenti incontri tra gli indagati. Il provvedimento è stato notificato al Comune di Palermo e alla Camera di Commercio.

Mentre il secondo provvedimento riguarderebbe la "Sicilia Conglomerati srl" già destinataria di interdittiva poi annullata dal Tar.
L’azienda è stata di nuovo insrita nel nel provvedimento di fermo come impresa la cui fornitura di cemento sarebbe stata imposta ad un imprenditore di Villabate da indagati per delitto associativo mafioso insieme al presunto capo della nuova cupola di cosa nostra, con l’aggravante di avere commesso il fatto con le modalità e al fine di agevolare l’associazione mafiosa denominata cosa nostra. Il provvedimento è comunicato ad Anas Spa, al Comune di Palermo ed alla Camera di Commercio.

Infine l'ultima interdittiva avrebbe colpito la Costruzioni Stradali Infrastrutture srl di cui è socio unico ed amministratore il titolare della Sicilia Conglomerati. Il provvedimento è comunicato all’Anas, all’A.V.C.P., all’Agenzia delle Entrate di Cagliari, all’Università degli Studi di Catania ed alla Camera di Commercio.

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