Uccide la moglie in camera da letto e confessa: "L'ho strangolata, lei mi rifiutava"

di Ambra Drago
Testa bassa nascosta da un telo di colore celeste e via dentro la volante che dalla Squadra mobile di Palermo lo ha condotto in carcere.
E' terminata così la storia dell'ennesimo femminicidio, questa volta consumatosi a Palermo a pochi passi dalla Stazione Notarbartolo, in via Antonio Pecoraro Lombardo.
L'omicida che ha cercato di schivare video e foto è un cittadino tunisino, Moncef Naili, di 54 anni, professione  cuoco e che questa mattina dopo aver strangolato la moglie, Elvira Bruno di 53 anni, sposata in seconde nozze, si è costituito alla polizia. Avrebbe chiamato direttamente il 113 solo alle ore 10,30 ( il medico legale ha stabilito che la morte è avvenuta intorno alle ore 7,30)  e poco dopo una volante  lo ha trasferito negli uffici della sezione omicidi della Mobile dove parlando con il procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e il pm Federica La Chioma ha immediatamente confessato.
L'uomo avrebbe detto di avere strangolato la moglie  mentre erano in camera da letto, poichè lei si era rifiutata di avere un rapporto sessuale.

Questo il movente alla base del gesto, sembra anche che la donna che di professione faceva la badante da un mese volesse separarsi. 

Alcuni vicini, hanno descritto  la coppia, sposata dal 2016, molto serena e tranquilla, insomma nessun litigio o qualche fatto che facesse presagire al di fuori del nucleo familiare l'uxoricidio.
Gli inquirenti nelle ore immediatamente successive si sono messi al lavoro, confortati anche dall'ausilio della scientifica che ha effettuato i rilievi nell'appartamento nel cercare conferme nelle parole dell'uomo che si è auto accusato. Nel corso delle ore sono stati ascoltati la sorella della vittima, l'ex marito e una delle due figlie avute dal precedente matrimonio.  Dopo 9 ore il primo "verdetto",  il 54enne è in stato di fermo, l'accusa è di omicidio volontario aggravato da motivi abbietti

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