“Insieme oltre ogni fragilità” -Mai da soli: Conosciamo, affrontiamo, superiamo-

di Grazia Gulino 
Partinico: “La società ci offre immagini di uomini e donne perfette, senza una ruga, senza una fragilità, ma questa non è la realtà, ci accorgiamo che ci sono tante fragilità, perché il mondo non è perfetto, e noi dobbiamo guardare in faccia la realtà. Dobbiamo prendere coscienza dei nostri limiti, perché ciò ci aiuta; dobbiamo comunicare agli altri le nostre fragilità, perché è con la solidarietà e la preghiera che possiamo superarle. La preghiera è il grido che parte dall’esperienza della nostra povertà che ci fa invocare Dio come un Padre pieno di misericordia che non ci abbandona mai.” Sono le parole di S.E. Monsignor Pennisi, pronunciate nel corso del suo intervento alla Giornata Diocesana della Scuola il cui tema è stato: “Fragilità …limite o possibilità dell’oltre?”, dinnanzi ad una folta platea di giovani ed adulti. Pomeriggio intenso, quello vissuto dai partecipanti, ma soprattutto di riflessione…di riflessione a lunga scadenza.
Tanti sono stati i semi sparsi dai relatori, su cui meditare per elaborare la propria fragilità ed agire per non esserne sopraffatti. E quale luogo migliore se non una scuola per affrontare un tema così delicato. Il Danilo Dolci, sempre attento e sensibile alle tematiche giovanili ha accolto la giornata di studio. “Bisogna aiutare i giovani a riconoscere la fragilità,- asserisce il DS Gioacchino Chimenti-, loro spesso si sentono forti, invincibili, mostrano e cercano di affermare questa presunta forza sui social, ma poi, davanti ad una vera difficoltà, emerge la loro fragilità.
Importante è, dunque, il ruolo dei docenti che devono accompagnarli nel riconoscimento della loro fragilità, per poi essere loro compagni di viaggio nell’affrontarla.” Indubbiamente tutto ciò non è semplice, ma è pur vero che gli adulti hanno un vantaggio dalla loro che è l’esperienza, che gli ha consentito di metabolizzare e superare le proprie fragilità. L’assetto sociale odierno è, purtroppo, assai disgregato e le conseguenze ricadono pesantemente su chi ha un’insicurezza di fondo. È fondamentale, pertanto, intervenire perché “La società in cui viviamo, - afferma la professoressa Lucia La Fata – ci vuole tutti superdonne e superuomini, ma così non è. Ciascuno sa di avere delle fragilità, allora vogliamo, con questo tema, invitare i giovani a riconoscere le loro fragilità ed a considerarli punti di forza e non di criticità, viverle come opportunità per crescere.” Come ha detto Don Fortunato Di Noto: “I minori devono avere sempre la consapevolezza che la vita va vissuta sebbene ci sia un’intrinseca natura che è la fragilità. L’uomo è uomo perché è fragile d’altra parte, e non è una questione fisica. Ciò significa che i giovani stanno vivendo un momento di disorientamento perché la società vuol fare apparire l’uomo più forte di quanto possa sembrare, e quindi i modelli di riferimento non fanno cenno alla fragilità umana. È un impegno degli adulti dare modelli chiari e stabili e diventare così il sostegno dei più giovani.” Significativa è stata, inoltre, la testimonianza di Antonio Spica, l’uomo che è ripartito dall’accettazione della sua fragilità, tramutandola, grazie all’amore dei suoi cari, in punto di forza. “Da soli non si va da nessuna parte” – ha sottolineato- “Anche la fede ha avuto un ruolo importante per andare avanti. Ad animare la giornata con canti è stato un folto gruppo scout guidato da Silvana Appresti, mentre, in chiusura, a sollecitare momenti di ilarità sono state le battute di Dario Veca. Una giornata, dunque, ricca di punti di vista differenti ma convergenti, da cui è emerso il ruolo e l’importanza che riveste la rete comunicazionale tra gli attanti della società. “Non posso non concludere con un ringraziamento a tutti i presenti ed un plauso a studentesse e studenti, docenti, tecnici e collaboratori del nostro istituto, che anche oggi, grazie al loro puntuale impegno e servizio hanno reso possibile la buona riuscita dell’evento”. Queste le parole del DS in chiusura. 

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