Anno giudiziario, Di Matteo:" Reazione del 92' animi lo spirito di ogni magistrato.Serve una svolta etica nel Csm"


di Ambra Drago
Nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario nel distretto di Corte d'Appello di Palermo c'era tanta attesa per la relazione del neo componente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nino Di Matteo giunto visibilmente emozionato e che ha preso la parola subito dopo il presidente Matteo Frasca.
"Questo è ancora il palazzo di giustizia dove per 18 anni ho vissuto l’entusiasmo di lavorare. E' il distretto che ha sopportato sulle sue spalle l'urto più immediato della violenza mafiosa- esordisce il membro togato del Csm, Nino Di Matteo- e le innumerevoli insidie delle complicità politiche e istituzionali di Cosa nostra. Da questi uffici, pur tra mille difficoltà è partita nell'immediatezza delle stragi del 92'una splendida reazione. Spero che quello spirito  venga gelosamente custodito nell'animo di ogni magistrato e continui a sostenerne anche oggi l'impegno quotidiano".



E nella sua relazione l'esponente del Csm ha fatto riferimento al caso Palamara e all'inchiesta azionata dalla Procura della Repubblica di Perugia che ha causato un vero terremoto all'interno dell'organo costituzionale.
"Questo che è appena trascorso- continua il consigliere del Csm, Nino Di Matteo-non è stato un anno come gli latri. L' inchiesta di Perugia ha fatto emergere fatti che ci devono indignare ma non sorprendereNon possiamo permetterci di essere ipocriti, si tratta di una fotografia nitida, ma pur sempre parziale, che rischia di minare l'intero sistema di autogoverno della magistratura. Una malattia che si è diffusa come un cancro con la prevalenza di logiche di clientelismo e di logiche di appartenenza, di collateralismo con la politica, attraverso scelte dettate dalla mera opportunità che dalla doverosità dell'agire. Logiche che hanno allontanato il Csm dalla funzione immaginata dal legislatore alimentate anche dal comportamento di magistrati sempre più pervasi dal male oscuro del carrierismo. Ciò che emerso ha provocato un generale discredito ma allo stesso tempo costituisce un momento per ripartire con un nuovo spirito. E' il momento della svolta. Non lo sarà solo attraverso nuove leggi ch e porranno fine alle cordate e alle cooptazioni dall'alto.Anche la migliore delle riforme sui componenti togati del Csm non servirebbe a nulla se non si accompagnasse ad una svolta dell'etica individuale e di corpo della magistratura. Se non ci sarà una rivalsa dell'etica, nopn potremmo mai uscire dal cil de sax" in cui siamo precipitati".

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