Esimia signora Ministra,
sono un nonno preoccupato per la stabilità psichica dei miei nipoti, soprattutto per quello iscritto al primo anno della scuola secondaria di I° grado. Mi permetto disturbarLa perché, a proposito delle lezioni on line, ricevo la sensazione, e non sono il solo, che alcuni insegnanti non seguano le indicazioni del MIUR a differenza di altri che si preoccupano di curare il “sociale” dei ragazzi e di non caricarli di molti compiti, come è giusto che sia, secondo le indicazioni Sue e di Dirigenti Scolastici “illuminati”.
Premesso che i ragazzi sono già stressati perché da due mesi sono costretti a stare in casa e che non tutti posseggono un tablet o un telefono, (mio nipote per esempio ha perduto il telefono poco prima della chiusura obbligata), non si capisce perché alcuni insegnanti si ostinino a caricare i ragazzi di compiti, ricerche, disegni ed altro con l’aggravante di usare diverse forme di comunicazione on line, le quali allungano i tempi di impegno e li stressano ancor di più. E se i compiti, non certo tanti, potrebbero essere considerati, a prescindere dalla cultura, una maniera per occupare il tempo, quello che fa veramente male ai ragazzi, è la mancanza di gratificazione per l’impegno profuso, accompagnata dalla minaccia di ricevere una insufficienza o di prendere un quattro, come è avvenuto. Ricordavano che il compito principale degli insegnanti fosse quello di accompagnare i ragazzi al “sapere essere”. Di questo passo saremo costretti noi ad accompagnarli, ma dallo psicologo. Allora gentile signora Ministra, a nome di tutti i nonni, la prego, e ne sarei lieto, se desse uno sguardo alle problematiche di cui sopra. Non aspettiamo altro che sentire i nostri nipoti distesi e tranquilli, per quanto possano esserlo in questa terribile tragedia pandemica che stiamo vivendo. Sicuri del Suo interessamento, la ringraziamo anticipatamente e porgiamo distinti saluti con osservanza Palermo 24 aprile 2020 per tutti i nonni preoccupati Antonino Reginella
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