San M. Castelverde, il ritorno al comando dei Farinella anche sull'Oktoberfest.Imprenditori denunciano,11 fermi

di Ambra Drago
Dietro questa operazione portata avanti dal comando provinciale dei carabinieri di Palermo, il coraggio di alcuni imprenditori che hanno detto di no al racket nel territorio di San Mauro Castelverde, nel cuore delle Madonie.Gli uomini dell'arma nell'attività di indagine sono riusciti a ricostruire ben 11 attività estorsive (cinque consumate sei tentate). Alle vittime era imposto di pagare il pizzo o di acquistare forniture di carne da una macelleria di Finale di Pollina gestita da Giuseppe Scialabba, braccio destro di Giuseppe Farinella. La Direzione Distrettuale Antimafia ha emesso un fermo di indiziato di delitto nei confronti di 11 persone ritenute a vario titolo responsabili di associazione mafiosa estorsione trasferimento fraudolento di beni corruzione atti persecutori, furto aggravato e danneggiamento.Il provvedimento è stato eseguito in Sicilia, Lombardia, Veneto.Tra i nomi coinvolti nell'operazione ci sono i Farinella. E il cognome Farinella è uno di quei cognomi che da sempre hanno avuto un peso nello scacchiere delle famiglie di Cosa nostra e soprattutto all'interno della commissione provinciale. Per anni era stato Domenico Farinella (padre di Giuseppe) uomo fidato nel territorio dei boss Riina e Provenzano. Con la libertà, nell’aprile 2019, Domenico Farinella come è emerso dalle indagini avrebbe deciso di concentrare nelle sue mani il vertice del sodalizio e ha ordinato agli associati liberi di intensificare la presenza sul territorio, avviando una nuova spirale di estorsioni ai danni dei commercianti. Preziosissime, in questo senso, sono state le testimonianze delle vittime. 

“Le denunce sono un segnale importante – dice il generale Arturo Guarino, il comandante provinciale di Palermo – perché arrivano da persone che lavorano in quel territorio che i mafiosi volevano conquistare nuovamente”. Nei giorni scorsi, altri due imprenditori, a Palermo, hanno detto no alle richieste degli esattori del racket, denunciando. “Nel momento in cui più persone si ribellano alle logiche del pizzo – dice ancora il comandante provinciale dei carabinieri – abbiamo la possibilità di dare colpi sempre più importanti all’organizzazione mafiosa, che intanto non si rassegna e fa leva sulla propria memoria storica per essere riconoscibile e imporsi”.E se anche Farinella senior per molti anni era stato detenuto nel carcere di Voghera in regime di alta sicurezza ugualmente attraverso il figlio ventisettenne avrebbe mantenuto il controllo del mandamento. Nonostante la giovane età, il rampollo avrebbe avuto il compito di coordinare gli altri membri del sodalizio che operavano sul territorio, intessendo rapporti con uno storico mafioso di Tusa, Gioacchino Spinnato, che, ben radicato nell’organizzazione di cosa nostra, avrebbe gestito i contatti con gli uomini d’onore degli altri mandamenti, fra i quali Filippo Salvatore Bisconti, ritenuto il capo del mandamento mafioso di Belmonte Mezzagno, ora collaboratore di Giustizia.
Gli affari del mandamento di San Mauro Castelverde con conseguente attività intimidatoria ruotavano anche intorno a feste note comel’Oktoberfest del 2018 a Finale di Pollina. In quell'occasione venne impedita la partecipazione alla sagra di un commerciante che non si era piegato alle imposizioni del clan e gli indagati sembra non avessero esitato a devastargli lo stand.

Infine per sfuggire a eventuali misure cautelari misure cautelari, infatti, Giuseppe Farinella ed Giuseppe Scialabbaavevano fatto risultare terze persone quali titolari rispettivamente di un centro scommesse di Palermo e una sanitaria di Finale di Pollina, sottoposti a sequestro, del valore di 1.000.000 di euro.

Nessun commento:

Posta un commento