35 anni dall'omicidio Montana. Il fratello Gerlando: "Mafia ha avuto paura di lui segno che era in difficoltà"

di Ambra Drago
"Beppe era una persona che amava la sua professione, viene descritto come un eroe invece  era una persona che faceva il suo lavoro con grande amore e non faceva finta di farlo ma lo faceva realmente.Era arrivato alla Mobile di Palermo nel 1982 ed è stato ucciso appena tre anni dopo, era giovanissimo, però questo è un elemento che deve fare riflettere se la mafia aveva già paura di un giovane di 33 anni vuol dire allora che da allora si poteva e si puo' mettere in forte difficoltà questa organizzazione".

Montana è stato ucciso nella rimessa di barche nel porto di Porticello la sera del 28 luglio del 1985 dopo esser rientrato da una giornata in barca con gli amici e la fidanzata. Lui amava quei luoghi e al tempo stesso ne aveva imparato a conoscerne il territorio e chi lo abitava. Pochi giorni prima era il il 24 luglio lui e i suoi uomini della Catturandi avevano fatto irruzione in una villa di Bonfornello e arrestato otto persone, fra cui uomini vicini ai Greco e a Luciano Liggio. Ma negli anni precedenti aveva scoperto anche un arsenale a San Ciro Maredolce e nel 1984 la sua squadra aveva arrestato il boss Masino Spadaro. Droga, armi controllo del territorio tutto questo studiava "Serpico" ( così lo chiamavano i suoi uomini della Catturandi) e cercava di capirne gli aspetti più nascosti, di un fenomeno come la mafia, di cui pochi parlavano ma che in poco tempo se ne erano conosciuti gli effetti, tantissime le vittime e tanto sangue era stato già versato.
Beppe Montana che aveva anche iniziato a incontrare i ragazzi (come raccontanti dai fratelli)per parlare della mafia ed alcuni avrebbe detto "i nostri successi non solo sono il frutto di investigazioni ma anche di un progresso culturale".
Un uomo, un servitore dello Stato, un foglio, un fidanzato,  che come ha sottolineato il fratello Gerlando avrebbe potuto lasciare Palermo ed invece è rimasto trovando poi la morte.
"Beppe non faceva trasparire le sue preoccupazioni- conclude Gerlando Montana-era abbastanza riservato sul suo lavoro. Aveva avuto la possibilità di spostarsi da Palermo ma sentiva che il suo lavoro era in questa città e per questa città".

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