Anniversario omicidio Beato Puglisi.Arcivescovo:"Martire di fede e amore come da oggi è Don Malgesini"

di Ambra Drago
Sono passarti 27 anni dall'omicidio del Beato Padre Puglisi avvenuto il 15 settembre1993 mentre il parroco di Brancaccio rientrava a casa. Fu Gaspare Spatuzza, soprannominato 'u Tignusu' (il calvo), uno dei più sanguinari boss di Cosa nostra, e appartenente alla famiglia mafiosa di Brancaccio a inscenare la rapina del borsello per poi incrociare il suo sguardo e freddarlo. Spatuzza, oggi collaboratore di giustizia, venne arrestato tra i viali dell'ospedale Cervello il 2 luglio 1997 . Operazione portata a termine dagli uomini della Catturandi. Da quel giorno ne sono passati di anni, Brancaccio ha cambiato volto, la memoria di Don Pino passa nell'impegno de Centro Padre Nostro guidato da Maurizio Artale e di tanti volontari che vanno avanti nonostante negli anni abbiamo avuto furti e altri atti vandalici. E in questi giorni pieni di iniziative non poteva mancare una messa per celebrare la memoria del primo martire religioso ucciso dalla mafia. L'omelia è stata celebrata dall'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice da sempre legato alla figura del Beato Puglisi. L'arcivescovo oggi ha voluto ricordare anche don Roberto Malgesini, prete della Diocesi di Como testimone della predilezione di Dio per egli ultimi, accoltellato questa mattina da un senzatetto con problemi psichici."
È un nesso tragico ma carico di memoria e di riverberi evangelici.
Due preti uniti nello stesso giorno dalla sequela del Signore fino all’effusione del sangue". E poi ancora:"Per questo la memoria del Beato don Puglisi non può essere un mero ricordo o una cortese espressione di rispetto e di simpatia: noi oggi lo ricordiamo facendo il memoriale della morte e della resurrezione del Signore Gesù. E nella Pasqua di Cristo noi facciamo anche il memoriale della donazione estrema e della fecondità ed attualità della testimonianza di amore di don Giuseppe e di don Roberto. Una donazione e una testimonianza che ci chiedono di rimanere anche noi sul campo, prossimi ai ‘vinti della storia’ ma che ereditano il Regno dei cieli. E lo faremo con il loro stile evangelicamente umano: la semplicità e l’umiltà del cuore e l’audacia di chi confida nel Signore e nella potenza del Vangelo.

Penso a quanti durante il lockdown silenziosamente sono rimasti in campo, distribuendo viveri necessari, o assoggettandosi a ritmi massacranti nelle corsie e nei reparti di rianimazione delle strutture ospedaliere. Abbiamo ritrovato un livello più autenticamente umano, visto alzarsi la qualità della vita; sono circolate di nuovo le più belle parole di cui è capace il cuore dell’uomo accompagnate da visioni luminose e da gesti di concreta bellezza.
È tempo di stare o di ritornare sul campo, sulle strade dei quartieri di Palermo o di Como, ovunque ci porta la vita, per creare prossimità, accoglienza, fosse solo il pianerottolo del proprio condominio o per una persona sola. Tessere vicinanza, far diventare la nostra vita un attracco di bene per altri. Questo è il «molto» che continua a chiederci don Pino Puglisi. In questo tempo così difficile ‒ come ci hanno testimoniato tanti meravigliosi operatori sanitari o della sicurezza e comuni cittadini ‒ faremo anche fronte al diffondersi dell’epidemia da coronavirus. Contagiamo piuttosto amore in tutti gli ambienti in cui viviamo. Perché continui ad esplodere la bellezza della vita e la terra conosca un tempo di pace e di bene".

Dopo l'omelia una preghiera dinanzi la tomba del Beato e la deposizione fiore donato dai fedeli, dai ragazzi del Centro Padre Nostro e dalle autorità .
Alla celebrazione hanno partecipato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che ha detto:"Un'esperienza quella del Beato Puglisi interrotta dalla violenza mafiosa ma non per questo indebolita nella sua efficacia; un'esperienza che ha lasciato semi fruttuosi a Palermo e che prosegue oggi sulle gambe di centinaia di palermitani, nella Chiesa, nella società civile, nella pubblica amministrazione. In tutta la nostra comunità".

Insieme al primo cittadino presenti il prefetto di Palermo, Forlani, il questore di Palermo, Renato Cortese e il neo comandante regionale dei carabinieri, Rosario Castello è quello provinciale, Arturo Guarino.

Nessun commento:

Posta un commento