Via Crispi non è strada per pedoni

di Giuseppe La Manna
Giorni fa ho visto un ciclomotore investire una signora anziana sul marciapiede. Si, proprio sul marciapiede. Una volta il marciapiede era un luogo sicuro per il pedone, adesso sicuramente no. Il ciclomotore è arrivato da dietro e la signora non si è nemmeno resa conto del pericolo incombente. I sacchi della spesa che la signora aveva in mano sono andati per terra, fortunatamente la signora, peraltro, anziana non si è fatta niente. Il ragazzo che conduceva il ciclomotore non si è fermato, ha proseguito spedito la sua corsa quasi infastidito che la signora si trovava lungo il suo precorso. Siamo in Via Francesco Crispi e chi conosce la strada avrà certamente notato che i marciapiedi sono solo pista ciclabile. Non c’è spazio per i pedoni.
Di conseguenza biciclette, ciclomotori e adesso anche monopattini si sentono in diritto di sfrecciare a tutta velocità sfiorando pericolosamente le persone che vi transitano. Citando Wikipedia leggiamo: “Una pista ciclabile (o ciclopista) è un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è generalmente escluso.
Lo scopo di tali percorsi è separare il traffico ciclabile da quello motorizzato e da quello pedonale, che hanno velocità diverse, per migliorare la sicurezza stradale e facilitare lo scorrimento dei veicoli. Essi, proprio per la maggiore sicurezza dei ciclisti, svolgono anche il ruolo di strumento per lo spostamento di quote di mobilità dal mezzo motorizzato privato alla bicicletta, riducendo in tal modo congestione e inquinamento.” Quindi, in questo caso, proteggiamo i ciclisti e ce ne freghiamo dei pedoni. Io da cittadino mi chiedo: Chi progetta questi percorsi, che intendono equipararci alle più evolute città europee, non si rendono conto che anche i pedoni (persone anziane, bambini, disabili) hanno anche diritto di camminare in sicurezza?In Olanda, Amsterdam è chiamata la Capitale della Bicicletta. In questa città il 60% degli abitanti si sposta sulle due ruote e può farlo in sicurezza grazie agli oltre 400 chilometri di piste ciclabili. In Italia le piste ciclabili sono aumentate, si contano circa 95.000 km di piste dislocate sul tutto il territorio.
In altri Paesi del mondo ciclisti e pedoni possono convivere tranquillamente, rispettando le regole imposte dal codice della strada. Quando si cammina a piedi su una pista ciclabile ad uso esclusivo delle biciclette, dobbiamo sapere di essere nel luogo sbagliato. Queste strade sono, infatti, riservate alle due ruote che sono addirittura obbligate a usarle, se presenti. Un pedone su una pista ciclabile ad uso esclusivo delle biciclette è dunque un intruso. Questa è la situazione di Via Crispi. I pedoni sono degli intrusi e non lo sanno. Se dovesse succedere qualcosa di grave, visto che circolano anche motociclette e monopattini a velocità sostenuta, chi è responsabile? Sono previsti limiti di velocità specifici: 20 km/h sulle piste ciclabili e 6 km/h nelle zone pedonali. Ma chi controlla questi veicoli elettrici, silenziosi? Quando ti accorgi della loro presenza è troppo tardi. Ti sfiorano, senti il vento e in pochi secondi non li vedi più. Alcuni miei amici sorridendo mi dicono: “Ma che vuoi? Siamo a Palermo!” Devo dare loro ragione. Siamo a Palermo.

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