“A chi ha verrà dato e a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha”

di Giuseppe La Manna

La Sicilia era il granaio d’Italia. Il territorio, il clima, il sole, sono le condizioni ideali per la coltivazione del grano. Quando mi capita di andare il giro per la Sicilia, vedo campagne sterminate, alcune coltivate, altre abbandonate e mi chiedo il perchè non sfruttiamo tutte le risorse della nostra terra. Sicuramente ha sbagliato la politica a non incentivare la produzione agricola, ma la colpa è anche nostra che abbiamo portato al potere gente incapace e miope. La situazione di oggi è quella che ci meritiamo. Quando leggiamo o sentiamo al telegiornale che importiamo il 64% di grano per la produzione di pane, pasta e biscotti, dall’Ucraina, ci dobbiamo vergognare e ammettere che non sappiamo far fruttare i “ talenti” che il buon Dio ci ha dato. Conoscete tutti la parabola dei talenti, il servo stolto va a sotterrare l’unico talento che ha per paura di investirlo e lo restituisce al padrone senza averlo fatto fruttare. Il padrone gli risponde:”servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con gli interessi. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perchè a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.” (Vangelo di Matteo, capitolo 25)
Noi, con la scusa della globalizzazione, ci affidiamo ad altri per la gestione della nostra vita, anziché sfruttare le risorse che abbiamo nel nostro territorio. Dobbiamo smettere di dipendere in tutto e per tutto da altri paesi. Dobbiamo renderci il più possibile autonomi. Specialmente nel settore energetico. L’Italia è un paese che vuole la pace e ripudia la guerra. Allora anziché investire in armamenti è meglio che investiamo per produrre lavoro. Lo scorso anno il nostro Paese ha importato oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e 100 dalla Russia. L'Ucraina ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l'alimentazione animale. L'Italia e' costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi un terzo la produzione nazionale di mais. Molte industrie hanno preferito continuare ad acquistare per anni sul mercato mondiale invece di procurarsi gli approvvigionamenti con prodotti nazionali. Sono raddoppiati i costi delle semine per la produzione di grano a causa dei rincari del gasolio necessario per lavorare il terreno e sono anche aumentati i costi dei mezzi agricoli, dei fertilizzanti e dei fitosanitari. Molti produttori di pasta che si vantano di utilizzare solo grano italiano, adesso si lamentano perché non arriva il grano dall’Ucraina. Sulle etichette viene specificato in modo generico se il prodotto contiene grano proveniente da Paesi europei o extra europei. Solo alcune aziende indicano in modo preciso le nazioni di provenienza. E qui la cosa mi preoccupa perché a quanto pare i controlli sulla provenienza delle materie prime sono carenti. Questo riguarda anche il latte e altri settori alimentari. Ma questo è un’altro discorso.
Il costo di molti alimenti è aumentato negli ultimi mesi come conseguenza del cambiamento climatico, la mancanza di lavoratori per il Covid e la guerra in Ucraina non farà che aumentare ulteriormente i prezzi. I politici dicono in coro che ci saranno gli aiuti dal governo, ma fino ad oggi non abbiamo visto niente. Le famose tasse sulla benzina sono rimaste e anche quelle sulle bollette della luce. Mentre il governo temporeggia diventiamo ogni giorno sempre più poveri.

Nessun commento:

Posta un commento