Pentasindaci per Palazzo delle Aquile. Ufficializzato Cascio non si tirano indietro Scoma, Lagalla, Varchi e Lentini

di Giancarlo Drago

“Forza Italia candida Francesco Cascio alle prossime Amministrative di Palermo. Il mio auspicio è che su questo nome, storico e autorevole del centrodestra, la coalizione possa trovare l’unità sperata”.
Così in una breve nota il coordinatore regionale del partito in Sicilia, Gianfranco Miccichè, che rompe definitivamente gli indugi vista l’impossibilità di raggiungere un’intesa su un candidato unico per il centrodestra e l’ indubbio vantaggio da questa impasse per il candidato sindaco della sinistra, Franco Miceli. Il braccio di ferro tra il presidente della Regione Nello Musumeci e il presidente dell’ Ars Micciché, che si é sbizzarrito in accuse e valutazioni non sempre di buon gusto, ha reso ad oggi impossibile ai tanti mediatori far arrivare a un accordo che, naturalmente, doveva comprendere anche le poltrone dei due.

Via quindi a una conta all’interno della coalizione che potrebbe risultare suicida e che di certo non aiuterà sulle future intese.
Adesso infatti i candidati ufficiali sono già cinque.
La Lega ha ufficializzato Francesco Scoma, che tirerebbe la volata anche a una riconferma di Musumeci nel caso in cui Carolina Varchi si ritirasse dalla competizione e Nino Minardo rinunciasse a puntare alla presidenza dell’ Ars.
La primogenitura fra le candidature é stata quella di Roberto Lagalla, civico dell’Udc che si è anche dimesso a fine marzo da assessore regionale.
La Meloni ha caldeggiato e indicato fin da subito per Fratelli d’Italia la parlamentare avvocato Carolina Varchi mentre Totò Lentini é il portabandiera degli autonomisti.
Per Cascio quindi una battaglia difficile, forte si di un Micciché ancora padrone di mezzo partito in Sicilia e con la speranza che Faraone e i renziani lo appoggino compatti.
Ma queste faide interne hanno mostrato le debolezze dei vecchi leader, l’incapacità di un rinnovamento con la riproposizione di politici con decenni di più o meno prestigiosa carriera, troppi scontenti fra i sostenitori più fedeli e, soprattutto, fra gli elettori del centrodestra che, come diceva il buon Craxi, potrebbero scegliere fine giugno di andare al mare.

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