Confisca da 1 milione e 200mila euro a esponenti del mandamento mafioso di Belmonte e Bagheria

Le indagini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo, avevano già portato tra aprile e maggio 2018 all’emissione di una confisca di beni per un valore complessivo di circa 720.000 euro a carico di Salvatore Bisconti , e di un altro provvedimento di confisca di beni per un valore complessivo di circa 500.000 euro a carico di Giacinto Di Salvo, detto “Gino”. Con i provvedimenti è stata dichiarata l’irrevocabilità delle confische e l’ingente patrimonio, riconducibile a “Cosa Nostra”, è entrato definitivamente a far parte del patrimonio dello Stato. Bisconti, imprenditore, era stato arrestato nell’operazione denominata “Perseo”, con l’accusa di aver fatto parte del mandamento mafioso di Belmonte Mezzagno, in particolare per aver partecipato a due episodi estorsivi, riportando una condanna ad anni 8 e mesi 8 di reclusione.Il provvedimento di confisca definitiva ha riguardato i seguenti beni: l' intero capitale sociale con relativo complesso di beni aziendali della società “Costruzioni Bisconti s.a.s. di Santangelo Giovanni & C.” con sede in Belmonte Mezzagno (PA); quattro appezzamenti di terreno siti in Belmonte Mezzagno (PA); un appezzamento di terreno a Altofonte (PA); due magazzini sempre a Altofonte (PA) e cinque rapporti bancari.

Invece Di Giacinto è ritenuto reggente del mandamento mafioso di Bagheria, al momento detenuto, arrestato nell’operazione denominata “Argo”, per aver diretto il mandamento e la famiglia mafiosa di Bagheria, coordinando costantemente le attività illecite degli altri affiliati e capi famiglia, in particolare nel settore delle estorsioni alle imprese e agli esercizi commerciali della zona.

Il provvedimento di confisca definitiva ha riguardato i seguenti beni: quattro appezzamenti di terreno siti in Misilmeri (PA); un appartamento a Bagheria (PA); due autoveicoli; un motoveicolo; e tredici rapporti bancari.

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