Il mondo della cultura piange la scomparsa del Dr. Rosario Modica Cittadino attivo

Il mondo della cultura piange la scomparsa del Dr. Rosario Modica. Cittadino attivo, accanto al padre l’Ammiraglio della Marina Domenico Modica, per la libertà e l’affermazione dei diritti civili. Domenica 12 giugno 2022, all’età di 94 anni è mancato, tra l’affetto dei suoi cari, il Dottor Rosario Modica, ha trascorso maggior parte della sua vita al servizio della comunità tra Mestre, Venezia e Marghera, traghettandola nel nuovo millennio. Era il papà, il nonno, il confidente, il saggio di tante persone. Di lui in molti in città ricordano, oltre che per il suo inconfondibile sorriso, per la sua presenza e la sua tenacia nell’aiutare soprattutto i più bisognosi, in particolare la classe operaia che nel dopoguerra dal centro Italia e dal meridione aveva raggiungo la città lagunare nel grosso polo industriale di Marghera . Non esitò mai a prendere le difese e la tutela di tutti quei giovani operai stroncati dalla malattia inflitta loro dalla piaga dell’amianto, venendo a sua volta preso di mira per il suo operato e per le prove con lui documentante.
Da oltre un decennio era afflitto da una grave malattia che lo aveva costretto ad una vita particolarmente ritirata. Ma il Dottor Modica, classe 1928, nella sua giovinezza era stato un vero leone, cittadino attivo a soli sedici anni, accanto a suo padre, ammiraglio della Marina Domenico Modica, nella città di Trieste, schiacciata tra il gioco del nazismo e l’arrivo delle truppe del generale Tito, quando partecipò all’insurrezione della Brigata Foschiatti nella notte del 20 aprile del 1945, a fianco di giovani ufficiali della marina e della guardia finanza, molti dei quali finiti nelle foibe del Carso. Grazie all’intervento di suo padre e del Generale neozelandese delle forze alleate Bernard Freyberg, fu salvato in extremis dopo essere stato prelevato, interrogato, malmenato e minacciato di morte. I più recenti venti di guerra unitamente all’uso ed all’abuso della storia delle Foibe lo avevano spinto a scrivere un minuzioso memoriale di quanto accaduto tra l’8 settembre del 1943 ed il 10 giugno del 1945 che ha consegnato al Capo dello Stato ed all’Arcivescovo di Trieste per non dimenticare il valore di tutti coloro che non hanno indugiato un attimo, a costo della loro vita, a combattere per la libertà e l’affermazione dei diritti civili nel quale le generazioni hanno successivamente avuto il privilegio di vivere e crescere. Fu altresì firmatario e promotore, unitamente a suo padre, ricevendo la chiave dell’Europa senza mai farne uso per la sua indimenticabile umiltà, della creazione dell’Unione Europea, insieme ad altri grandi pensatori, medici, avvocati, pionieri dell'UE, parte allora di un giovane gruppo eterogeneo di persone mosse dagli stessi ideali: la pace, la solidarietà, la democrazia, uguaglianza, il rispetto della dignità umana, dei diritti umani e dello Stato di diritto. Giovane studente universitario di fiere origini siciliane ebbe il privilegio, di entrare nella segreteria di Don Sturzo, quando operava tra le file della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI), tra il 1947 ed il 1952 senza mai cedere alle lusinghe della politica che lo volevano tra i suoi protagonisti accanto ad Aldo Moro. La sua famiglia, la vedova nobildonna di origine austroungarica e le figlie ne danno con i nipoti ed il genero l’annuncio. L’ultimo saluto alla sua amata Venezia sarà celebrato sabato 18 giugno alle ore 9.00 nella Chiesa di Santa Maria di Lourdes, in via Piave.






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